Per la prima volta Vescovi e docenti delle Scuole di Teologia della Sicilia (Facoltà, Istituti, Studi teologici…) si sono riuniti il 19 giugno ad Enna per un confronto. La richiesta è sorta durante la sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana, tenutasi a Palermo il 6-8 marzo scorso.
“Alcune difficoltà – è detto nella lettera di invito ai docenti – emergono con una certa veemenza, legate per lo più al calo della richiesta formativa, mentre è importante evidenziare l’interesse che sta suscitando lo studio della Teologia presso i nostri fedeli laici”.
L’incontro è stata una occasione propizia per ripensare insieme aspetti che possono riguardare l’incremento di nuove proposte formative, sia per i giovani che si preparano al presbiterato, sia per i consacrati chiamati a compiere una scelta religiosa, sia per i fedeli laici che intendono motivare la propria scelta di fede.
Dopo l’introduzione del Presidente mons. Antonino Raspanti che ha inquadrato l’incontro nell’ambito del cammino sinodale della Chiesa siciliana, ha preso la parola mons. Rosario Gisana, delegato dai vescovi per questa occasione.
Citando Veritatis Gaudium, Gisana ha sottolineato l’esigenza di un rilancio delle istituzioni teologiche. “Teologi e pastori insieme in dialogo – ha esordito – sono già per il fatto stesso di incontrarsi una profezia. Perciò questo momento non sia solo un evento straordinario, ma l’inizio di una cooperazione per l’utilità vicendevole e la comune condivisione e fraternità ma anche per la promozione del dialogo con la cultura e con la scienza“.
Il vescovo ha poi tracciato brevemente la situazione relativa alla diminuzione della richiesta formativa dovuta alla contrazione del numero di seminaristi e contemporaneamente all’aumentato interesse dei fedeli laici, per offrire spunti alla discussione e al confronto. Ha poi suggerito alcuni spunti per la discussione: una maggiore attenzione ai Dipartimenti nella triplice diramazione: Teologia delle religioni; studi biblici; studi pastorali. “Il report che l’Ufficio regionale per i Seminari di Sicilia ha pubblicato – ha detto il vescovo – sollecita una riflessione sul modo come rilanciare la coordinazione della pastorale vocazionale. Al di là di alcune cause remote, è giusto sottolineare che tale crisi si deve pure alla drammatica situazione dello spopolamento della Regione: una piaga che colpisce le Chiese locali e che obbliga a interventi più razionalizzati a livello ecclesiale e civile. A questo bisogna aggiungere un altro dato che riguarda il fenomeno della denatalità”.
La necessità di assumere altri docenti che siano non solo qualificati ma anche capaci di fare ricerca.
La necessità di raggiungere il maggior numero pone un’altra questione: promuovere e incrementare l’insegnamento della teologia nelle Chiese locali. “Quest’esigenza – ha evidenziato mons. Gisana – ha un triplice fondamento: l’attenzione del laicato per gli studi teologici; il superamento di alcune limitazioni logistiche, legate alla distanza chilometrica, alla carenza del sistema viario, alla necessità di accompagnare la formazione di coloro che svolgono ministeri laicali (accoliti, lettori e catechisti); la qualificazione delle diocesi periferiche, o per lo meno di quelle che non hanno la possibilità di accedere a istituzioni accademiche viciniori”.
È seguito un ampio dibattito in cui gli intervenuti hanno evidenziato ulteriori problematiche e necessità, quali la razionalizzazione degli studi teologici, la necessità di fare rete, l’esigenza di adeguare le istituzioni teologiche ai cambiamenti richiesti dalla contemporaneità.