Oggi la seconda giornata in Vaticano dell’Incontro internazionale per i rettori e gli operatori dei santuari. Tra gli interventi quello di monsignor Marco Frisina che ha parlato dell’importanza del canto nei grandi luoghi di culto. Il presidente del Collegamento nazionale santuari italiani: in un mondo così lacerato, come quello in cui viviamo oggi, c’è bisogno di speranza, l’armonia tra i popoli necessita anzitutto della pace con sé stessi
Il santuario deve essere un luogo di incontro con Dio, dove poter fare un’esperienza forte di fede. A sottolinearlo, nella seconda giornata dell’Incontro internazionale per i rettori e gli operatori dei Santuari, che si sta svolgendo in Vaticano, nell’Aula Paolo VI, è monsignor Marco Frisina, compositore e rettore della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, a Roma, che ha offerto degli spunti su “come pregare con la musica e il canto”.
“In un santuario ci possono essere molti modi per raccogliere i fedeli e il canto dei salmi è uno di questi” ha detto, ricordando inoltre che Sant’Agostino si convertì proprio ascoltando i salmi cantati. Frisina ha evidenziato che i canti sono strumenti di evangelizzazione, perché consentono di ricordare i testi, “la musica fa ricordare, memorizzare”, e “le liturgie cantate nei santuari devono essere modello per le parrocchie”. Ma c’è da prendere spunto, pure, dalla “ricchezza della devozione popolare”, che genera canti e litanie facilmente memorizzabili, aggiunge l’autore della melodia di Anima Christi, l’antica preghiera della tradizione cattolica che diventata un canto fa pregare insieme centinaia di persone.
È la “valenza comunitaria del canto”, ha spiegato Frisina, facendo notare che le melodie hanno una “forza universale”, uniscono individui diversi, che provengono da svariate realtà, ma che levano insieme la loro preghiera a Dio.
È quello che accade nei santuari, dove frequentemente nascono dei canti e nei quali vengono accolti pellegrini da ogni parte del mondo, e per questo, ha osservato il rettore della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, nei santuari, con la musica si deve dare il meglio.
I santuari sono luoghi di grande spiritualità, dice a Vatican News – Radio Vaticana padre Mario Magro, rogazionista, rettore della Basilica di Sant’Antonio a Messina e presidente del Collegamento nazionale Santuari italiani, che rimarca la particolare attenzione riservata ai pellegrini che cercano un dialogo con Dio.