Sempre più persone ricorrono ai centri ascolto della Caritas. Nel 2021 le persone incontrate e supportate sono state 227.566. Rispetto al 2020 si è registrato un incremento del 7,7% del numero di beneficiari supportati (legato soprattutto agli stranieri). Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di persone che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno. Secondo i dati ufficiali, le famiglie in povertà sono 1 milione 960 mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente), confermando i massimi storici toccati dal 2020.
Che cosa fare
Il Reddito di Cittadinanza è stata percepito da 4,7 milioni di cittadini, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%). Per Caritas, sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti. Ma vanno garantiti anche adeguati processi di inclusione sociale, dunque serve rafforzare la capacità di presa in carico dei Comuni, anche attraverso il potenziamento delle risorse umane e finanziarie a disposizione e un miglior coordinamento delle azioni. Particolare attenzione va data ai nuovi progetti programmi in partenza, finanziati dal Pnrr, tra cui GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori), un programma pensato per rafforzare i percorsi di occupabilità di disoccupati, lavoratori poveri o fragili/vulnerabili (NEET, giovani, maturi), beneficiari di Reddito e di ammortizzatori sociali in costanza o assenza di rapporti di lavoro; si tratta di 3 milioni di persone da formare o riqualificare entro il 2025, di cui il 75% saranno donne, disoccupati di lunga durata, giovani under 30, over 55.
Il cardinale Zuppi: far uscire i poveri dalla ‘zona retrocessione’
Chi sono i poveri che si rivolgono alla Caritas?
Chiedono aiuto sia uomini (50,9%) che donne (49,1%). Cresce da un anno all’altro l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 55%, con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est; di contro, nel Sud e nelle Isole, prevalgono gli assistiti di cittadinanza italiana che corrispondono rispettivamente al 68,3% e al 74,2% dell’utenza. L’età media dei beneficiari si attesta a 45,8 anni. Complessivamente le persone senza dimora incontrate sono state quasi 24.000, pari al 16,2% dell’utenza: si tratta per lo più di uomini (72,8%), stranieri (66,3%), celibi (45,1%), con un’età media di 43,7 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord.
Sulla povertà incide anche la bassa scolarizzazione
La risposta della Caritas alla povertà
Nel 2021 la Caritas ha erogato quasi 1milione 500mila interventi, una media di 6,5 interventi per ciascun assistito. Da notare che il 74,7% ha riguardato l’erogazione di beni e servizi materiali (mense/empori, distribuzione pacchi viveri, buoni ticket, prodotti di igiene personale, docce, ecc.); il 7,5% le attività di ascolto, semplice o con discernimento; il 7,4% gli interventi di accoglienza, a lungo o breve termine; il 4,6% l’erogazione di sussidi economici (per il pagamento di affitti e bollette), il 2,2% il sostegno socio assistenziale e l’1,5% interventi sanitari. Importante lo sforzo economico. I sussidi economici pur rappresentando solo il 4,6% degli interventi assorbono oltre il 76% delle spese.
L’ascensore sociale non funziona
La pandemia ha colpito di più i giovani
Le ragazze e i ragazzi che vengono da famiglie in difficoltà hanno avuto più difficoltà con la pandemia di Covid19, hanno verificato Caritas e i Centri di Formazione Professionale dei Salesiani. Secondo i dati raccolti presso un campione di giovani in cinque paesi Ue , il 41,3% di essi ha vissuto in famiglia gravi problemi economici a causa del Covid; il 44,1% riceve aiuto per pagare le spese scolastiche; il 37,4% non si sente preparato per continuare gli studi; il 57,1% non si sente pronto ad entrare nel mondo del lavoro; il 78,6% non è stato aiutato da nessuno a scuola per orientare il proprio futuro. L’ascolto dei direttori dei CFP Salesiani conferma l’impatto del Covid-19: per almeno quattro studenti su cinque, la pandemia ha influito significativamente nella pianificazione del loro futuro, soprattutto in termini negativi.
(Fonte Vatican News – Alessandro Guarasci)