• 22 Novembre 2024 10:19

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Don Ciro Lo Cicero

III Domenica di Pasqua

Letture: At 2,14.22-33, Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

emmaus-1-300x220 In cammino alla ricerca della VeritàLa pagina del Vangelo di questa domenica- terza di Pasqua- narra l’apparizione di Gesù a due dei suoi discepoli. E’ un racconto affascinante, e tutte le volte che lo leggiamo ci rivela sempre qualcosa di nuovo.

I due discepoli sono in cammino, nella sera di Pasqua, da Gerusalemme al villaggio di Emmaus. Sono tristi e disillusi. Tornano a casa, privi ormai di ogni speranza. Avevano riposto in Gesù tutto il futuro della loro vita. Avevano sognato e sperato nella fondazione di un regno potente e che «egli fosse colui che avrebbe liberato Israele» (Lc 24,21a). Con la morte di Gesù in croce, anche la loro speranza muore con lui.

Il Risorto, invece, si fa loro presente sotto le vesti di un viandante e, come se fosse anche lui in cammino versa la stessa direzione, li raggiunge e si unisce a loro.

“Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo” (Lc 24,16). Come mai quei due discepoli, pur avendo visto e conosciuto tante cose riguardo al Maestro, sono incapaci di riconoscerlo?

Perché il loro parlare è solo umano, sperano in cose umane e interpretano tutto secondo logiche umane. Invece, per riconoscere la presenza di Gesù nella nuova condizione del Risorto, occorre la luce della fede. Il cammino che i due discepoli compiono verso Emmaus è simbolo dell’itinerario di fede che ognuno di noi deve percorrere: dalle tenebre alla luce, dallo scoraggiamento alla gioia dell’incontro con Cristo. Sull’esempio dei discepoli di Emmaus, anche noi, siamo chiamati a metterci in cammino, alla ricerca della Verità, sforzandoci sinceramente di conoscere il Signore e tenendo sempre aperta a lui la porta del nostro cuore.

Caravaggio-emmaus-300x250 In cammino alla ricerca della VeritàQuando il misterioso viandante sta per lasciarli, i due discepoli lo pregano: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto» (Lc 24,29). Questa bellissima preghiera esprime il desiderio dei due discepoli di restare ancora in compagnia di Gesù, di ascoltare ancora la sua parola che aveva acceso nel loro cuore un ardore insolito.

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” (Lc 24,30-31). E’ questa la gioia della Pasqua. La vita si trasforma completamente. E’ un passaggio dalle tenebre della notte alla luce del giorno.

“Ma egli sparì dalla loro vista” (Lc 24,31b). Dopo aver scaldato il loro cuore con il fuoco della Parola e averli rigenerati con il pane della vita, Gesù lascia i due discepoli e loro tornano a Gerusalemme (dove è già costituita la Chiesa) per riprendere il cammino della speranza e partire per la missione. La decisione è immediata.

Ormai l’incontro con Cristo sarà possibile nella Parola, nell’Eucaristia e nella Carità (solidarietà) di una vita donata agli altri.

«È un incontro rapido, quello di Gesù con i due discepoli di Emmaus. Però in esso c’è tutto il destino della Chiesa. Ci racconta che la comunità cristiana non sta rinchiusa in una cittadella fortificata, ma cammina nel suo ambiente più vitale, vale a dire la strada. E lì incontra le persone, con le loro speranze e le loro delusioni, a volte pesanti. La Chiesa ascolta le storie di tutti, come emergono dallo scrigno della coscienza personale; per poi offrire la Parola di vita, la testimonianza dell’amore, amore fedele fino alla fine. E allora il cuore delle persone torna ad ardere di speranza…  Andiamo avanti con questa speranza! Perché Lui è accanto a noi e cammina con noi, sempre!» (Papa Francesco, Udienza generale del 24 maggio 2017).