• 5 Novembre 2024 20:02

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santa Teresa di Gesù Bambino

Letture: Gb 3,1-3.11-17.20-23; Sal 87; Lc 9,51-56

Riflessione biblica

“Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme” (Lc 9,51-56). “Verso Gerusalemme”: siamo in viaggio con Gesù, saliamo con lui, prendendo ogni giorno la nostra croce (Lc 9,23) e attendendo la liberazione, la remissione dei peccati (Lc 1,77). Andare a Gerusalemme con Gesù è il cammino spirituale: la santità, partecipazione al mistero di morte e risurrezione di Gesù, il compimento del progetto di Dio su di noi: “Questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione” (1Tes 4,3). Dio, infatti, “ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,3). Ma non sempre la nostra decisione è ferma, come quella di Gesù. Ondeggiamo: un momento siamo decisi a seguirlo, un altro momento siamo impazienti come i due discepoli che minacciano “fuoco dal cielo” per gli altri e non per la propria incoerenza. Lungo questo cammino siamo invitati a guardare verso l’alto e “cercare le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio, a rivolgere il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3.1-2). Investiti della forza dello Spirito, dobbiamo annunciare la salvezza a tutti gli uomini. La missione degli apostoli di Gesù non è quella di minacciare, come Giacomo e Giovanni, l’inferno a chi non accoglie il messaggio evangelico di pace e di amore di Gesù. L’amore per gli uomini non ha bisogno di vendetta, ma pienezza di verità e di carità. Seguire Gesù implica una chiara decisione di seguirlo, un chiaro progetto di vita spirituale che orienti le nostre scelte per conseguire con Gesù la meta da raggiungere, un quotidiano discernimento per vivere con coerenza la nostra scelta di vita, una forte fiducia che ci fa seguire Gesù nei momenti difficili del cammino, quando con l’apostolo Tommaso dovremo dire: “Andiamo anche noi a morire con lui!” (Gv 11,16).

Lettura esistenziale

“Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé” (Lc 9, 51s). Gerusalemme è la meta finale, dove Gesù, nella sua ultima Pasqua, deve morire e risorgere, e così portare a compimento la sua missione di salvezza. Da quel momento, dopo quella “ferma decisione”, Gesù punta dritto al traguardo, e anche alle persone che incontra e che gli chiedono di seguirlo, dice chiaramente quali sono le condizioni: non avere una dimora stabile; sapersi distaccare dagli affetti umani; non cedere alla nostalgia del passato. Ma Gesù dice anche ai suoi discepoli, incaricati di precederlo sulla via verso Gerusalemme per annunciare il suo passaggio, di non imporre nulla: se non troveranno disponibilità ad accoglierlo, si proceda oltre, si vada avanti. Gesù non impone mai, Gesù è umile, Egli invita: “Se vuoi…”. Questo atteggiamento ci fa pensare. Ci dice, ad esempio, l’importanza che, anche per Gesù, ha avuto la coscienza: l’ascoltare nel suo cuore la voce del Padre e seguirla. Gesù vuole noi cristiani liberi come Lui, con quella libertà che viene dal dialogo con Dio. Gesù non vuole né cristiani egoisti, che seguono il proprio io e non ascoltano con Dio; né cristiani deboli, senza volontà e incapaci di creatività. Gesù ci vuole liberi e questa libertà si acquista nel dialogo con Dio nella propria coscienza. Per questo dobbiamo riservarci tempi di silenzio nei quali rientrare in noi stessi, per ascoltare la voce della nostra coscienza, illuminata dalla Parola di Dio, per discernere il bene da compiere e il male da evitare.