Lo scorso 31 ottobre, al seminario di Catania, si è tenuto un incontro fra l’arcivescovo Mons. Luigi Renna e tutti i giovani dell’arcidiocesi di Catania che hanno preso parte alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona.
L’evento è stato organizzato dall’Ufficio per la Pastorale Giovanile di Catania, guidato da don Matteo Minissale. Hanno partecipato tutti coloro che dall’1 al 6 agosto si sono trovati a vivere l’avventura della GMG: seminaristi, gli scout, il movimento giovanile salesiano, i neocatecumeni e i giovani della pastorale giovanile diocesana.
«Avete vissuto questa esperienza! voi e soltanto voi – afferma l’arcivescovo – E davanti a Dio in fondo siete i responsabili di questa esperienza grande. Che in qualche modo richiede di essere a sua volta testimonianza. La gioia è missionaria! Non è per uno. Se la gioia non è condivisa, diventa subito tristezza».
Dopo un momento iniziale di canti e balli, sei giovani – Giorgia, Gianfilippo, Chiara, Angelo, Alessia e Laura – hanno condiviso la loro esperienza durante la Giornata Mondiale della Gioventù. Hanno evocato l’atmosfera di gioia e familiarità che permeava le strade di Lisbona, nonostante la straordinaria diversità di provenienza di migliaia di pellegrini. Hanno ricordato il costante scambio di oggetti tra giovani di diverse nazionalità, quasi come se volessero condividere una parte della storia di ognuno.
Questo ha rivelato il desiderio di conoscere gli altri e superare le barriere culturali. Hanno scoperto che le sfide affrontate dai giovani sono universali, creando un profondo sentimento di comunione. «Nonostante la fatica, la polvere, la stanchezza e la diversità linguistica – ha detto una giovane scout – ci siamo sentiti parte di qualcosa che ci univa. Alla fine, siamo tutti uguali nel nome di Dio».
Angelo, giovane seminarista aggiunge: «non era la preghiera di tante persone ma era come se tutte quelle luci fossero un’unica persona. Ecco l’esperienza di chiesa».
Un viaggio dunque non solo esteriore, ma soprattutto un viaggio dell’anima, che ha permesso a coloro che hanno partecipazione di riscoprire se stessi, anche grazie alla privazione di tutti gli agi e i comfort che normalmente si trovano nelle nostre case.
L’arcivescovo, in un discorso diretto, ha delineato il contesto storico delle sfide globali, tra cui guerre, povertà e le difficoltà dei giovani in tutto il mondo. Ha incitato i giovani a rimanere aperti alle questioni globali e a non chiudersi in sé stessi. Ha richiamato le parole del Papa durante la Veglia, presentandole come pratici consigli per la vita: “Camminare, rialzarsi se si cade e allenarsi tutti i giorni. Allenarsi significa andare sempre al centro del cuore, ovvero l’incontro con il Signore, che non è mai massificante, ma personale”.
(Fonte: prospettiva.eu – Manuela Grasso)