Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Dedicazione della Basilica Lateranense
Letture: Ez 47, 1-2.8-9.12 Sal 45 1Cor 3,9-11.16-17 Gv 2, 13-22
Riflessione biblica
“Lo zelo per la tua casa mi divora” (Gv 2,13-22). Questa festa ha una duplice motivazione: storica e teologica. Motivazione storica: il dono del palazzo del Laterano che l’imperatore Costantino, convertito al cristianesimo, fece a papa Milziade nel 312 d.C, che lo trasformò in basilica dedicata prima a Cristo Salvatore, e poi a S. Giovanni Battista e S. Giovanni evangelista. Motivazione teologica: il Laterano è la sede cattedrale del Papa, il segno dell’unità di tutti i credenti in Cristo, la Madre di tutte le Chiese, sede di colui che ci dirige nella carità di Cristo. Tale motivazione teologica richiede da parte nostra “zelo per la casa di Dio”, per essere pietre vive del “tempio del Dio vivente”. Zelo per il fondamento: il fondamento è Gesù, su di lui costruiamo la nostra vita ecclesiale quale “corpo di Cristo” e la nostra vita spirituale morendo con lui al peccato e risorgendo alla vita nuova nel suo Spirito. Zelo nel purificarci: il cammino di fede è agire in sintonia con lo Spirito Santo, per edificare nella grazia il “tempio santo di Dio”, nella speranza per raggiungere la nostra maturità spirituale ed “essere santi immacolati al suo cospetto” (Ef 1,4), nell’amore per vivere la condivisione dei beni che rende saldi i nostri rapporti con Dio e con i fratelli. Zelo nell’orientamento: siamo in cammino verso la patria celeste, in cui “il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio” (Ap 21,22), là dove “non vi sarà più notte e non avremo più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio ci illuminerà e regneremo con lui nei secoli dei secoli” (Ap 22,5).
Lettura esistenziale
“Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato»” (Gv 2, 13-16). La scena raccontata nel Vangelo odierno ci ricorda in modo molto efficace una verità essenziale: il tempio di mattoni è solo un simbolo della Chiesa viva, la comunità cristiana, che Dio raduna perché ascolti la Sua Parola e cresca nella comunione con Lui e fra i membri che la compongono. “Fratelli, voi siete edificio di Dio”, scrive san Paolo e aggiunge: “Santo è il tempio di Dio, che siete voi” (1 Cor 3, 9.17). La bellezza e l’armonia delle chiese, destinate a rendere lode a Dio, invita anche noi esseri umani, limitati e peccatori, a convertirci per formare una costruzione bene ordinata, in stretta comunione con Gesù, che è il vero Santo dei Santi. Ciò avviene in modo culminante nella liturgia eucaristica, nella quale la Chiesa, cioè la comunità dei battezzati, si ritrova unita per ascoltare la Parola di Dio e per nutrirsi del Corpo e Sangue di Cristo. Intorno a questa duplice mensa la Chiesa si edifica nella verità e nella carità e viene interiormente plasmata dallo Spirito Santo trasformandosi in ciò che riceve, conformandosi cioè sempre più al suo Signore Gesù Cristo. Essa stessa, se vive nell’unità sincera e fraterna, diventa così sacrificio spirituale gradito a Dio.