• 16 Settembre 2024 19:28

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della XXII settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Cor 4,1-5; Sal 36; Lc 5,33-39

Riflessione biblica

“Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?” (Lc 5,33-39). Gesù è sempre con noi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Egli non rifiuta il digiuno, ma lo rinnova. Non è più una pratica ascetica di purificazione, ma un continuo rinnovamento di noi stessi: “l’uomo interiore si rinnova di giorno in giorno” (2Cor 4,16). Il digiuno serve a liberarci dalla schiavitù del cibo: “Non di solo pane vive l’uomo, ma della parola di Dio”; a purificarci dall’esibizionismo: “Quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano” (Mt 6,16); a rendere efficace la preghiera: “Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno” (Mt 17,21); soprattutto a prepararci alla comunione con il Signore nella verità, nella giustizia, nell’amore: “Questo è il digiuno che voglio: dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, nel vestire uno che vedi nudo; allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà” (Is 58,7-10). In tal senso, il Vangelo è novità assoluta: “vino nuovo in otri nuovi” (Lc 5,38), dinamismo che cambia la vita, morte all’uomo vecchio e nascita dell’uomo nuovo: “Vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato” (Col 3,9-10). Anzi, in maniera più radicale: “Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti: ad abbandonare l’uomo vecchio con la sua condotta di prima, che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità” (Ef 4,20-24).

Lettura esistenziale

“Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi” (Lc 5, 37s). Nel Vangelo odierno, Gesù si presenta come lo “sposo” nelle nozze tra Dio e il suo popolo, rivelando così progressivamente la sua identità. In Gesù, in modo insospettato, Dio e l’uomo si fanno uno, celebrano le “nozze”, le quali, tuttavia, passano per la croce, che diventa come il talamo nuziale. L’amore di Cristo che si dona sulla croce è il vino nuovo e unico riservato alla festa di nozze di Dio con gli uomini. La similitudine usata dal Signore Gesù è tanto semplice quanto esigente. Il vino nuovo diventa il simbolo della novità dello stile di Gesù che rivela al mondo il volto misericordioso del Padre, ponendosi in una distanza critica riguardo al semplice mantenimento degli schemi religiosi abituali. La Parola di Cristo ci esorta a cogliere la sfida della novità evangelica che richiede accoglienza e disponibilità ad una continua conversione del cuore, per non cedere alla tentazione, sempre in agguato, di ritornare al vecchio stile di vita. Le parabole di Gesù svelano il rischio in cui possiamo incorrere davanti al suo messaggio: cercare un compromesso tra il nostro “vecchio” stile di vita e quello “nuovo” proposto dal Signore. Ma, se facciamo così, il risultato è quello di perdere sia il “nuovo” che il “vecchio”. Chiediamo al Signore la grazia di rinunciare al “vino vecchio” delle nostre abitudini, dei nostri pensieri, delle nostre sicurezze, per desiderare e accogliere il “vino nuovo” che egli vuole donarci.