• 22 Novembre 2024 2:50

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Suor Cristiana Scandura

Letture: Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (A)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”».

Quell’unico talento che il padrone di casa da ad uno dei servi, mi sembra che si riferisca al dono della vita. Essa è unica e irripetibile. Con la Grazia di Dio, ne possiamo fare un capolavoro stupendo, come hanno fatto i Santi che hanno cambiato la storia e hanno lasciato un’impronta indelebile. Persino il loro ricordo è una benedizione. È vero ci sono stati anche promotori di ideologie ingiuste che hanno cambiato la storia in senso negativo, ma, a parte il fatto che questi tali, non si ricordano affatto volentieri, quelle ideologie false, prima o poi sono cadute. Invece se consideriamo la vita dei Santi, è tutt’altra cosa.

Porto l’esempio di Francesco e Chiara D’Assisi, vissuti intorno al 1200. Dopo tanti secoli ancora il loro carisma è vivo, ci sono ancora, in tutto il mondo, Frati e Clarisse che seguono la Forma di vita che il Signore ha suscitato nella Chiesa per loro tramite e ne mantengono viva la memoria.

In questo brano evangelico, inoltre, mi colpisce la grandezza d’animo, la magnanimità del padrone di casa, figura di Dio stesso; mi riferisco, in particolare, al fatto che dopo aver consegnato i talenti ai servi, si dice che egli “partì”. Si comporta come una persona che si fida e che considera gli altri capaci di compiere cose grandi e belle. Non se ne sta sempre lì a controllare se facciamo buon uso dei suoi talenti oppure no, come se fossimo eternamente bambini, ma ci tratta da uomini e donne adulti, lasciandoci anche liberi di sbagliare. Mi piace molto questo modo di fare che mette in risalto non disinteresse, da parte del padrone, ma, al contrario, pienezza di fiducia, quella pienezza di fiducia che infine ci fa crescere.

Buona domenica!