Il suo volto cambiò d’aspetto

Commento di Fra Giuseppe Di Fatta

II domenica di Quaresima

Letture: Gen 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17- 4,1; Lc 9,28-36

Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!

Ascoltiamo il Vangelo di Luca in questa seconda domenica di Quaresima.

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ogni anno la seconda domenica di Quaresima è caratterizzata dall’evento della trasfigurazione. Gesù porta con sé sul monte tre Apostoli, gli stessi che saranno testimoni di altri eventi particolari della sua vita.

Il suo volto cambiò d’aspetto, si trasfigurò. Che significa? Che cosa è successo? Dobbiamo essere sinceri: comprendere con le nostre categorie umane cosa sia successo non è facile. Cambiamento di volto, trasformazione della sua figura, vesti bianche e splendenti… Nel libro dell’esodo si parla del volto luminoso di Mosè dopo l’incontro con Dio sul monte. Anche nella biografia di qualche santo i testimoni raccontano di aver visto luce splendente sul suo volto dopo la preghiera. Ma quando è il santo stesso a raccontare un’esperienza particolare di Dio, il suo linguaggio diventa impreciso, impacciato, come se gli mancassero le parole giuste, cercando metafore, nel tentativo di spiegarsi. Questa è la vera esperienza di Dio, caro fratello, cara sorella, quella che pur appartenendo a creature di questa terra, rimane essenzialmente un fatto del cielo. Indicibile, incomunicabile. Forse noi oggi non saremo in grado di spiegare il segno della trasfigurazione, perché ci trascende, ma cercheremo di comprenderne il significato.

Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Due figure emblematiche del passato, rappresentanti la Legge e i Profeti. Indicano che tra l’antico e il nuovo Testamento non c’è separazione o frattura, ma una linea di continuità e di superamento. Lo spiegherà Gesù quando dirà: Non sono venuto ad abolire la legge o i profeti, ma a dare pieno compimento. (Mt 5,17)

Parlavano del suo esodo che stava per compiersi. Quindi la trasfigurazione è un evento strettamente legato alla Pasqua di Cristo.

Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Anche Pietro balbetta e non sa quello che deve dire! Riconosce però che tutta quella luce e lo splendore del volto di Cristo, altro non è che manifestazione della gloria di Dio.

Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Nube e ombra nella Bibbia sono espressioni che si riferiscono sempre allo Spirito Santo. La voce è quella di Dio Padre che conferma quanto ha già detto del Giordano: Gesù e il figlio suo, l’amato, il diletto. Questa volta però aggiunge un particolare molto importante per noi: ascoltatelo. Non solo in quello che vi dice, ma soprattutto in ciò che farà, con chiaro riferimento alla sua passione, morte e risurrezione. Nei segni della nube e della voce ascoltata, la trasfigurazione di Gesù è un evento in cui è presente tutta la Santissima Trinità.

gesu-1-221x300 Il suo volto cambiò d'aspettoAppena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. In primo luogo la trasfigurazione di Cristo è manifestazione visibile dello splendore della sua divinità, ricevuta dal Padre sin dall’eternità: E ora Padre, glorificami davanti a te con quella Gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. (Gv 17,5) In secondo luogo è anticipo di quella luce sfolgorante che, anche come uomo, riceverà nella Risurrezione. Inoltre è preparazione dei discepoli allo scandalo della croce, perchè davanti ad essa non scappino, restando confusi. Contemplarlo trasfigurato di luce, prima di vederlo sfigurato di sangue. Se le acque del Giordano sono un chiaro riferimento al nostro battesimo e il sangue del Calvario lo ritroviamo nell’Eucaristia, l’evento di oggi è riconducibile al sacramento della Confermazione. Infine la trasfigurazione del Figlio di Dio rimanda, come una specie di preludio, anche al destino dei figli di Dio. Ascoltiamo S. Paolo: Noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore. (2 Cor 3,1) In questo tempo di Quaresima, favorevole alla revisione di alcuni aspetti della nostra vita e alla conversione, siamo invitati a ringraziare il Padre perché un giorno riceveremo la stessa Gloria del suo Figlio amatissimo. Nel frattempo, mentre siamo nell’esodo del nostro pellegrinaggio terreno, non possiamo distogliere la nostra attenzione alle donne e agli uomini sfigurati che incontriamo nel nostro cammino, per riconoscerne il volto di Cristo e servirli con amore, offrendo un frammento di luce trasfigurata e restituendo loro la dignità dell’immagine di Dio.

Una santa e serena domenica a tutti!

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