Site icon

Il seme della buona Parola

Commento di Fra Giuseppe Maggiore

XI domenica del Tempo Ordinario

Letture: Ez 17,22-24; Sal 91; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura»[…]

Il Regno di Dio è come un seme. Un seme piccolo, insignificante. La meraviglia e la bellezza di questo brano è sapere che Gesù parte sempre dal basso, dalla piccolezza. Mi piace definire questa pagina del Vangelo come la Teologia della piccolezza e in questa piccolezza ci siamo noi. Mentre Ezechiele (prima lettura) parla della tenerezza di un Dio giardiniere che pianta un cedro del Libano, Gesù mette un minuscolo seme di senape al posto del cedro del Libano. Niente trionfalismi, ma esempi semplici che appartengono alla povera gente. Il seme nel linguaggio biblico è tutt’uno con l’uomo, considerato che Adamo significa fatto di terra, quindi possiamo dire che questo semino è nascosto dentro l’umanità nella sua storia, nelle sue relazioni. Un seme che racconta l’incontro dell’umanità con Dio: piccolissimo, insignificante, nascosto, eppure potente; è portatore di una forza vitale capace di diventare pianta e frutto, secondo i suoi ritmi e i suoi tempi.

Come il seme germoglia e porta frutto, così l’annuncio del regno avanza anche se non sappiamo bene come. Ma sicuramente con una logica diversa da quella che immaginiamo. Ci preoccupiamo che le chiese sono vuote, che le vocazioni sono ridotte ad un nulla. Ma chiediamoci in quale campo gettiamo il seme. Se usciamo a seminare o preferiamo fare calcoli e progetti di vita senza toccare la vita degli altri. Tu semina, poi il Signore fa il resto. Il contadino non sa cosa succede al seme dentro la terra, noi non sappiamo cosa succede dentro il cuore dell’uomo. Fidiamoci di Dio. Seminiamo la buona Parola, seminiamo sorrisi, preoccupiamoci e occupiamoci dell’altro, il Signore farà il resto, non dobbiamo avere fretta, il seme ha i suoi tempi. Ricordiamoci che come cantava De Andrè, “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior”.

Anni fa andavano di moda delle magliette con scritto “Dio esiste ma rilassati non sei tu”. Il mondo l’ha salvato e redento Cristo, noi non dobbiamo ne convertire e ne salvare nessuno, dobbiamo semplicemente testimoniare la tenerezza, la misericordia e l’accoglienza che Dio riserva a noi nonostante le nostre fragilità e debolezze. Esci dai recinti sacri, dalle comodità, dalle strutture murarie e mentali, non aver paura di esplorare altri territori, va dove ci sono i giovani, dove sta la gente, dove puoi creare relazioni nuove… hai solo da fidarti di un Dio che ci racconta di un seminatore che  uscì a seminare.

Riempiti di Dio, della sua Parola, del suo amore perché quel seminatore sei anche tu… Esci, semina e lasciati seminare di buoni semi di umanità redenta e salvata.

Buona domenica!

Exit mobile version