Rimettere Dio al centro: è questo l’intero “programma” dell’attività dei profeti dell’antico testamento. Una missione cui si dedicò in particolare Elia, ancora oggi icona della forza che la fede dona nell’opera di conversione del mondo.
Visse tra il X e il IX secolo a.C. in Palestina e il suo nome significa “il mio Dio è Jahvè”, che riassume il senso della sua vita, narrata nei Libri dei Re. Sotto il regno di Acab, che aveva imposto il culto di Baal, Elia si scagliò contro il sovrano e lo scontro con i profeti pagani si consuma in un confronto dai toni forti che dimostra tutta la potenza di Dio. Elia però non ottiene il riconoscimento sperato e, anzi, si ritrova ancora vessato dal re e dalla regina Jezebel. Ma a scuoterlo dal suo torpore e dallo sconforto fu un angelo che lo convocò sull’Oreb per incontrare Dio dopo un viaggio di 40 giorni e 40 notti.
Fu in quell’incontro intimo e delicato che Elia capì il senso dell’agire divino, ritrovando la motivazione per sfidare i potenti, prendersi cura dei deboli e scegliere il suo successore, Eliseo, per essere poi portato in cielo su un carro di fuoco.