Commento di Fra Giuseppe Di Fatta
Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo
Letture: Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33-37
Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!
Celebriamo oggi l’ultima domenica dell’anno liturgico che è la solennità di Cristo Re.
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». La Liturgia ci fa ascoltare il Vangelo secondo Giovanni in una scena particolare della vita di Gesù: l’evento della sua passione, nel momento in cui si trova di fronte a Pilato. Il racconto è costruito ad arte dall’evangelista, in modo tale che Pilato resta fuori dalla comprensione delle parole di Gesù, mentre sono molto chiare per gli ascoltatori.
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Il modo con cui Gesù è re, è diverso dalle modalità di questo mondo. Egli è l’unico mediatore tra l’uomo e Dio, tra tutte le creature e il creatore. Egli ha realizzato questa sua regalità attraverso la sua morte sulla croce per la remissione dei peccati, e la sua risurrezione. In questo senso è il primogenito di ogni creatura e la primizia dei risorti dalla morte.
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Cristo è veramente re dell’universo. Ma la sua regalità è diversa da quella degli uomini. Il suo trono è una croce, il suo scettro una canna da burla, la corona sul capo un intreccio di spine. Il suo tesoro è l’amore per il Padre e per gli uomini, il suo potere è dare la vita per la nostra salvezza, il suo programma di governo è l’annunzio della parola di verità che rende liberi. Il titolo di Re rimarrà per sempre nel cuore dei credenti, portato continuamente alla memoria guardando il Crocifisso, sul quale è affisso il suo nome e il motivo della condanna: Gesù Nazareno, il Re dei giudei. Il giorno del battesimo, noi credenti siamo diventati come Lui: sacerdoti, re e profeti. La nostra regalità, a immagine della sua, non è secondo la logica di questo mondo, ma nello spirito del Vangelo. Noi che siamo dalla verità, ascoltiamo la sua voce e ci sottomettiamo alla sua regalità, non come schiavi, ma come figli obbedienti e gioiosi. Siamo a nostra volta re, non per comandare o per una personale affermazione, ma per servire, e mettere le nostre capacità a disposizione del Signore e dei fratelli. 
Cristo Re è l’uomo nuovo, solidale con l’intera umanità e con lo Spirito nuovo effuso su di noi, ci rende collaboratori di un mondo nuovo per una più umana convivenza tra gli uomini, nella fraternità, nella giustizia e nella pace. Pregare nel Padre nostro venga il tuo regno, significa impegnarsi per la liberazione dell’uomo da ogni schiavitù e per la promozione della persona umana. Quando anticamente si incontrava un sacerdote per strada, soprattutto nei paesi, di salutava Cristo regni! Al di là del saluto, oggi non più in uso, resta inalterato il valore di fondo: mettere il Signore Gesù al centro della nostra vita, delle nostre famiglie, delle comunità, dell’intero universo. Ricordo ancora una di quelle intuizioni geniali e originali di P. Nicola Verga che diceva: se esistono o meno i marziani, io non lo so, ce lo diranno gli scienziati. Ma se esistono, Cristo è Signore e Salvatore anche di loro, perchè è il Re non solo della terra e degli uomini, ma di tutto l’universo, quindi anche degli eventuali marziani. Io personalmente non ci avevo mai pensato…
Una santa e serena domenica a tutti voi. Con la benedizione di Cristo Re!