Il Magnificat di Maria: esaltazione dei poveri e degli umili
ilsycomoro
Commento al Vangelo di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Feria di Avvento del 22 dicembre
Letture: 1Sam 1,24-28; 1Sam 2; Lc 1,46-55
Riflessione biblica
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore” (Lc 1,46-55). Mi piace pensare al Magnificat come il “Vangelo secondo Maria”, compendio della storia della salvezza svolto in tre momenti essenziali: la lode a Dio grande e misericordioso (Lc 1,46-50), esaltazione dei poveri e degli umili (Lc 1,51-53), l’adempimento delle promesse (Lc 1,54-55). La lode a Dio: per prima cosa, la Vergine Santa si fa voce di ciascuno di noi e innalza la lode a “Dio, l’Onnipotente e Santo, che opera grandi cose e di generazione in generazione manifesta la sua misericordia verso quelli che lo temono” (Lc 1,49-50). Maria esulta, perché ha sperimentato tale azione misericordiosa di Dio, sorgente dell’amore e della misericordia, che poco prima aveva compiuto in lei, umile serva del Signore, la meraviglia delle meraviglie: il concepimento di Gesù, del Messia, del Figlio dell’Altissimo. A questo preludio di lode, il Vangelo di Maria mette in evidenza due punti essenziali, che invitano alla gioia e alla riflessione sapienziale, che deve investire la vita di ogni credente. L’esaltazione dei poveri e degli umili: Dio volge il suo sguardo di benevolenza e misericordia a tutti coloro che agli occhi del mondo contano poco, sono disprezzati per la loro bassa condizione sociale, sono ritenuti un nulla. Di loro Dio si prende cura: “Tu sei il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati” (Gdt 9,11). Di più: “Ciò che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; ciò che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; ciò che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono” (1Cor 1,27-28). L’adempimento delle promesse: ciò che Dio ha compiuto in Maria è l’inizio dell’adempimento di quella storia di salvezza che Dio ha promesso ad Abramo, padre della fede e alla sua discendenza, cioè Cristo: “È appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furono fatte le promesse. Non dice la Scrittura: E ai discendenti, come se si trattasse di molti, ma: E alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo” (Gal 3,16). In Maria e soprattutto in Gesù, “la benedizione di Abramo è divenuta realtà per le genti e per noi mediante la fede, e così abbiamo ricevuto la promessa dello Spirito”. È lo Spirito che porta a compimento in noi e per noi il progetto di Dio Padre, perché “egli ci insegnerà ogni cosa” (Gv 14,26) e ci fa vivere nell’amore a Dio e ai fratelli.
Lettura esistenziale
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1, 46-47a). Sant’Agostino afferma che Maria è piaciuta a Dio per la sua grande umiltà. Sorella dell’umiltà è la gratitudine. La gratitudine è il fiore più bello che germoglia nel giardino fertile dell’umiltà. Per chi è umile niente è dovuto, ma tutto è dono. La nostra intera esistenza è frutto di Grazia, è un dono, perciò dovremmo vivere in perenne atteggiamento di gratitudine e di gioia. Se tutto è grazia, come afferma S. Paolo, tutto può e deve divenire inno di grazie, nei confronti di Dio e di coloro che ci fanno dono, spesso in forme umili, ordinarie, del loro amore e della loro collaborazione.
Il ringraziare, nelle diverse forme in cui si può esprimere, è manifestazione esteriore di sentimenti interiori di riconoscenza. È gesto di lodevole cortesia saper manifestare in forme esterne gradevoli quei sentimenti che, partecipati, hanno l’effetto di creare simpatia, armonia, comunione, gioia di stare insieme.
È incredibile ma vero: la semplice ed umile parola grazie contiene qualcosa che può cambiare e far bella la vita! Se impariamo a ripeterla abitualmente e dal profondo del cuore, tutto cambia in noi e attorno a noi. Grazie è la piccola, preziosa chiave che apre un grande tesoro: la gratitudine verso Dio ci attira altre grazie, la gratitudine verso il prossimo ci apre la porta del cuore di chi ci circonda. L’intercessione della Vergine Maria ci ottenga un cuore umile e grato nei confronti di Dio e del prossimo.
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