• 8 Settembre 2024 3:11

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della XV settimana del Tempo Ordinario

Letture: Is 10,5-7.13-16; Sal 93;  Mt 11,25-27

Riflessione biblica

“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25-27). Il grido di esultanza di Gesù ci riempie il cuore! Esso è grido di esultanza nello Spirito: lode alla bontà misericordiosa del Padre, che svela ai piccoli la via della sapienza e della salvezza. La sua via contrasta con quella di questo mondo: “Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione” (1Cor 1,20-21). “Queste cose”: il messaggio delle beatitudini, rivolto ai “poveri in spirito” che erediteranno il Regno dei cieli, e la partecipazione alla santità del Padre con quella “giustizia superiore” che nell’amore ci rende simile a Lui: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48). “Rivelare”: il cammino di santità non scaturisce dall’intelligenza umana che non comprende la ricchezza dell’essere figli di Dio né dalla sapienza umana che non ha il gusto del camminare secondo lo Spirito di Dio. Ai piccoli che hanno creduto alla parola di Gesù, il Padre mostra la sua benevolenza e su di loro si china con amorevolezza, ama la loro semplicità e autenticità di vita, è vicino nel loro soffrire ascoltando il grido di sofferenza. A loro è annunciato il Regno dei cieli e attraverso la predicazione essi scoprono che “Gesù Cristo è diventato per loro sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” (1Cor 1,30). In lui, “nel quale sono nascosti i tesori della scienza e della sapienza” (Col 2,3), impariamo la sapienza del cuore, che “tutto rinnova e attraverso i secoli, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti”

Lettura esistenziale

“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11, 25). Nel Vangelo odierno, Gesù rende grazie al Padre celeste per la sua predilezione per i piccoli. Qui, come in altri brani evangelici, con il suo esempio, Gesù ci educa alla gratitudine e sottolinea l’importanza della riconoscenza. Abbiamo moltissimi motivi per ringraziare il Signore e nessuno per lamentarci. Dobbiamo però acquisire la sensibilità di saper riconoscere i doni di Dio e, di conseguenza, di essergli grati.  La gratitudine è il fiore più bello che germoglia nel giardino fertile dell’umiltà. Per chi è umile niente è dovuto, ma tutto è dono. La nostra intera esistenza è frutto di Grazia, è un dono, perciò dovremmo vivere in perenne atteggiamento di gratitudine e di gioia.  Se tutto è grazia, come afferma S. Paolo, tutto può e deve divenire inno di grazie, nei confronti di Dio e di coloro che ci fanno dono, spesso in forme umili e ordinarie, del loro amore e della loro collaborazione. Il ringraziare, nelle diverse forme in cui si può esprimere, è manifestazione esteriore di sentimenti interiori di riconoscenza. È gesto di lodevole cortesia saper manifestare in forme esterne gradevoli quei sentimenti che, partecipati, hanno l’effetto di creare simpatia, armonia, comunione, gioia di stare insieme. È incredibile ma vero: la semplice ed umile parola “grazie” contiene qualcosa che può rendere bella la vita, quella nostra e quella altrui. Se impariamo a ripeterla abitualmente e dal profondo del cuore, tutto cambia in noi e attorno a noi.