Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della III settimana del Tempo Ordinario
Letture: 2Sam 6,12-15.17-19; Sal 23; Mc 3,31-35
Riflessione biblica
“Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (Mc 3,31-35). È un testo importante per la vita spirituale, per noi che vogliamo essere “intimi” con Gesù. Esso ci mostra il criterio per essere “famiglia cristiana”: “fare la volontà di Dio”. Ma qual è la volontà di Dio? Paolo risponde: “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” (1Tes 4,3). E Giovanni: “Questa è la volontà di Dio: credere in Gesù per avere la vita eterna” (Gv 6,40). Bisogna stare uniti a Gesù, in lui vivere una vita santa, con lui impegnarci ad essere testimoni della verità, per lui vivere nell’amore a Dio e al prossimo. La volontà di Dio è realtà dinamica: “Non conformatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare nel rinnovare la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12,2). ). In tutto ciò, c’è una radicalità che ci sorprende, ci guida alla comprensione e ci aiuta a stabilire la giusta scala di valori. Ciò è stato valido per Gesù: lasciò la sua famiglia a Nazaret e incominciò la sua predicazione a Cafarnao per compiere la volontà di Dio, annunciare a tutti gli uomini che bisogna “convertirsi, perché il Regno di Dio è vicino”. Ciò è valido per noi: accettare Gesù come luce che risplende nelle tenebre; convertirci per appartenere alla nuova famiglia di Dio, basata sulla verità, la giustizia e l’amore. Nel suo invito nasce la famiglia secondo lo Spirito, perché “tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo” (1Cor 12,13). Nello Spirito, conosciamo Gesù e ci lasciamo conquistare dalla sua parola; per mezzo dello Spirito di Gesù, inviato da Dio nei nostri cuori, siamo figli di Dio (Gal 4,6). Segnati dallo Spirito, “siamo in attesa della piena redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria” (Ef 1,14). Compiendo la volontà di Dio, “non siamo più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19).
Lettura esistenziale
“Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre»” (Mc 3, 34s). I familiari di Gesù, sentendo le cose che dice e che compie, vengono a prenderlo per ricondurlo a casa, credendolo “fuori di sé” e questa volta portano con loro anche la Madre. L’evangelista Marco: non nasconde, con molta onestà, che durante il ministero pubblico di Gesù, le relazioni con la madre e tutta la famiglia sono segnate da contrapposizioni e distanza. Riferisce anzi uno dei momenti più dolorosi della vita di Maria: “Chi è mia madre?”, dice Gesù. Parole dure che feriscono il cuore, quasi un disconoscimento: donna, non ti riconosco più come mia madre. “L’unica volta che Maria appare nel Vangelo di Marco è immagine di una madre che non capisce il figlio, che non lo favorisce. Lei che poté generare Dio, non riuscì a capirlo totalmente. La maggior familiarità non le risparmiò le maggiori incomprensioni. Contare sul Messia come su uno della famiglia, averlo a tavola, conoscere i suoi gusti, non le rese meno difficile la via della fede. Anche lei, come noi, pellegrina nella fede. Gesù non contesta la famiglia, anzi vorrebbe estendere a livello di massa le relazioni calde e buone della casa, moltiplicarle all’infinito, offrire una casa a tutti, accasare tutti i figli dispersi: “Chi fa la volontà del Padre, questi è per me madre, sorella, fratello”. Assediato, Gesù non si ferma, non torna indietro, prosegue il suo cammino. Molta folla e molta solitudine. Ma dove lui passa fiorisce la vita. E un sogno di maternità, sorellanza e fraternità al quale non può abdicare” (Ermes Ronchi).