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Guai a te!

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della XXVI settimana del Tempo Ordinario

Letture: Bar 1,15-22; Sal 78; Lc 10,13-16

Riflessione biblica

“Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida!” (Lc 10,13-16). Il tono è minaccioso, ma mira alla conversione: ad accogliere Gesù e il suo messaggio di salvezza, che illumina le menti e il cuore per intraprendere la via di Dio ed essere partecipi del Regno di Dio. Esso non deve suscitare paura, ma consapevolezza: attuare una reale conversione, un impegno ad accogliere Gesù, a collaborare con lui perché Dio regni nelle nostre menti e nei nostri cuori. Impegnarci con la testimonianza della vita a far risplendere la luce della verità e far trionfare l’amore verso Dio e verso il prossimo. L’invito di Gesù riguardava città importanti del passato: Betsaida, patria di Pietro, Andrea, Filippo; nelle sue vicinanze, Gesù operò la moltiplicazione dei pani (Mc 6,45); di essa non esiste più quasi nulla. Corazin, splendida città con una meravigliosa sinagoga in pietra basaltica; anch’essa scomparsa. Cafarnao: “la città di Gesù” (Mt 4,13), dove Gesù guarì il paralitico, l’emorroissa, la suocera di Pietro, risuscitò la figlia di Giairo e in essa tenne il discorso sull’Eucaristia di Gv 6,24-60. Ora è città fantasma, meta di pellegrinaggi per visitare i ruderi della “casa di Pietro” e la splendida sinagoga del IV-V sec. Non conta essere abitanti di città importanti o che hanno visto i miracoli di Gesù: ciò che conta è convertirsi e seguire Gesù per le vie della verità, della giustizia e dell’amore. Non guardiamo alla distruzione di quelle città, ma all’atteggiamento di conversione del cuore che dobbiamo avere per ottenere la salvezza, togliendo di mezzo l’indifferenza e l’apatia e cercando la comunione con Gesù e con il Padre e nella forza dello Spirito operare il bene per conseguire la vita eterna. Richiamiamo alla mente le sue parole: “Sii zelante e convertiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,19.20).

Lettura esistenziale

“Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi e i miracoli che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite” (Lc 10, 13). Siamo tenuti a meditare continuamente gli immensi benefici di cui Dio, Padre di misericordia, ci ha colmati e a rendergli infinite azioni di grazie. Quanti miracoli Dio ha compiuto nella nostra vita! Sappiamo riconoscerli ed esserne grati? In cima a tutti gli altri c’è il miracolo della vita che abbiamo ricevuto, poi il dono del Battesimo, e degli altri Sacramenti. Inoltre quando ci accostiamo al Sacramento della riconciliazione con cuore veramente contrito, il Signore, con il Suo perdono, non opera forse in noi il miracolo di una rinascita spirituale? E quando perdoniamo e amiamo anche chi ci ha fatto del male o chi ci è stato causa di sofferenza, non lo facciamo forse per grazia di Dio? Anche le prove sono un dono, se le accogliamo come un’occasione per dare gloria a Dio, santificarci e collaborare con Cristo per la salvezza delle anime. Nessun uomo è esente dalla prova, ma unico e personale, però, è il modo in cui ognuno può vivere questa “sfida” dando il meglio di sé, con l’aiuto del Signore, perché la nostra fede e il nostro amore ne siano purificati e risplendano.

 

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