Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della II settimana di Quaresima
Letture: Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12
Riflessione biblica
“Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo” (Mt 23,1-12). Che sapienza grande, quella di Gesù! Ed è grande, perché egli l’ha praticata per primo: “Egli, pur essendo nella condizione di Dio, svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,5-8). Allo stesso modo si comportò la sua prima discepola, Maria sua Madre: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). E Dio guardò l’umiltà della sua serva e fece in lei grandi cose (Lc 1,48). Ai discepoli è chiesto di imitare Gesù, l’unico loro Maestro: “Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,43-45). E tale imitazione è reale e concreta: “Se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato l’esempio, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,14-15). Non possiamo agire con ipocrisia, ma nell’umiltà: “Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi” (Rom 12,16). Bando alla vanità: “Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa’ attenzione alle parole che dici. Non esaltarti, se non vuoi cadere e attirare su di te il disonore; il Signore svelerà i tuoi segreti e ti umilierà davanti all’assemblea, perché non ti sei avvicinato al timore del Signore e il tuo cuore è pieno d’inganno” (Sir 1,29-30). Operiamo nell’amore verso i fratelli e sorelle nella fede con cuore sincero ed operoso: “La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore” (Rom 12,9-11)
Lettura esistenziale
“Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo, chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato” (Mt 23, 11-12). Prima della sua conversione, S. Francesco D’Assisi, come lui stesso attesta, ricercava smaniosamente la gloria umana e, mosso da questo desiderio, si adoperò in tutti i modi per conquistare il titolo di Cavaliere.
Il Signore lo prese per il suo verso e, apparendogli in sogno, gli fece capire che la gloria umana è fallace ed illusoria, mentre la gloria che viene da Lui è la sola stabile ed eterna.
La via per giungere a possedere questa gloria è però contro corrente. Nel cristianesimo servire equivale a regnare. L’esempio di ciò ce lo ha dato lo stesso Gesù Cristo, Maestro e Signore, che si è cinto il grembiule ed ha lavato i piedi ai suoi discepoli, compreso Giuda il traditore, per insegnarci che “la strada per andare in su, è quella di andare in giù” (Beato Egidio ofm), cioè è quella del servizio umile e pieno d’amore.
Servire con umiltà non significa farlo con aria di vittimismo, la virtù praticata con la faccia triste e l’aria disfatta non mi sa proprio di virtù. Al contrario, l’atteggiamento del cristiano deve essere quello di servire volentieri, con animo gioioso, sapendo che ogni servizio reso al più piccolo, viene fatto a Cristo in persona.
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