• 19 Settembre 2024 3:21

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Giornata Nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero.

Domenica 15 settembre, si celebrata in tutte le diocesi d’Italia la Giornata di sensibilizzazione alle offerte per i sacerdoti. Abbiamo riflettuto con Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, sul valore di questo strumento affidato dal nuovo Concordato alla responsabilità di tutti i fedeli.

Qui l’intervista al SIR di Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, sul valore di questo strumento affidato dal nuovo Concordato alla responsabilità di tutti i fedeli.

Massimo Monzio Compagnoni, al quale da quattro anni la Cei ha affidato la guida del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, comincia subito con una cifra impietosa: 1,6%. Ovvero?
“È presto detto. Nel 2023 per mantenere i circa 32.000 sacerdoti a servizio delle Chiese che sono in Italia sono stati necessari quasi 517 milioni di euro. Le offerte deducibili raccolte nell’anno sono state 8 milioni e 392.000 euro, che quindi hanno coperto quel fabbisogno solamente per l’1,6%”.

Meno del 2%! E il resto di quel denaro da dove è arrivato?
“Il rimanente arriva dai redditi degli Istituti diocesani, dalle remunerazioni proprie dei sacerdoti (che magari insegnano, o lavorano in ospedale) e dalle parrocchie o altri enti ecclesiastici. Più del 70% di quella cifra, però, è stata coperta dai fondi dell’8xmille, l’altro strumento che, insieme alle offerte deducibili, la legge 222 del 1985 ha messo a disposizione dei contribuenti italiani per sostenere la Chiesa”.

Insomma, senza l’8xmille sarebbe un bel problema anche il sostentamento dei sacerdoti.
“È proprio così. Ed è anche per questo – ma non solo – che bisogna assolutamente porre un freno al calo delle firme che da un ventennio sta assottigliando la percentuale di quanti scelgono la Chiesa cattolica per la destinazione dell’8xmille. Siamo passati dal 90% dei firmatari del 2004, a meno del 70%, e questo dato rischia di penalizzare innanzitutto le moltissime opere di carità che la Chiesa cattolica porta avanti nel nostro e nei paesi più poveri del mondo, e poi la conservazione di quell’immenso patrimonio architettonico e artistico che ha sempre dato un contributo decisivo nel rendere la nostra Italia l’angolo più bello del pianeta.

Qual è, dunque, il suo appello ai fedeli che stanno leggendo questa intervista?
L’invito, accorato e forte, è innanzitutto quello alla firma per l’8xmille e alla sensibilizzazione affinché anche altri firmino, specialmente quelle persone (per lo più anziani) che non hanno più l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi ma conservano comunque il loro sacrosanto diritto di scelta. Ma l’invito che faccio non è rivolto solo ai fedeli ma a tutte le persone di buona volontà, che certamente si accorgono di quanto bene venga realizzato dalla Chiesa cattolica attraverso le sue mille attività solidali, grazie anche al dono totale di sé che i sacerdoti continuano a fare, seguendo la propria vocazione.

È per questo che continuate a chiedere anche le offerte, oltre alle firme per l’8xmille?
In realtà la promozione delle offerte deducibili – proprio come quella delle firme per l’8xmille – è prevista dalla stessa legge 222 del 1985, che ha preso atto di quanto l’anno prima era stato sottoscritto dalla Repubblica italiana e dalla Chiesa cattolica col nuovo Concordato. Il motivo principale, però, per cui continuiamo convintamente a promuovere le offerte, nonostante il loro contributo così poco incisivo al fabbisogno del sostentamento del clero, sta nel valore simbolico e pastorale che ogni offerta conserva. Anche la più piccola. Mettere mano al portafoglio per contribuire al sostentamento Chiesa, infatti, vuol dire anche riconoscere tutto il bene che i sacerdoti fanno per noi, ogni giorno, e ricordarci che sono affidati a noi, esattamente come la cura delle comunità cristiane è affidata a loro. Per questo abbiamo scelto come nuovo nome del sito per la promozione delle offerte proprio Unitineldono.it. Sovvenire alle necessità della Chiesa rimane un dovere di chi si professa cristiano e donare è semplice e sicuro, e si può fare anche direttamente dal sito, con pochi clic. La firma per l’8xmille è indispensabile ma tutti possiamo, e dobbiamo, fare un passo di più. È il gesto che conta, non l’importo. Per questo invito tutti a visitare il sito Unitineldono.it e a fare la propria piccola ma indispensabile parte.

Il sistema di sostentamento

Nelle singole diocesi ci sia un istituto speciale che raccolga i beni o le offerte, al preciso scopo che si provveda al sostentamento dei chierici che prestano servizio a favore della diocesi, a norma del canone 281, a meno che non si sia provveduto ai medesimi diversamente”. (canone 1274, § 1)
Sulla base delle disposizioni della legge di derivazione concordataria spetta alla Conferenza Episcopale Italiana integrare e regolamentare tutta la materia. Le principali fonti giuridiche di riferimento del nuovo sistema sono due:
  • la legge n. 222/1985;
  • le disposizioni attuative e integrative della Conferenza Episcopale Italiana, ferme restando le norme del Codice di Diritto Canonico e del diritto particolare.
La struttura organizzativa del nuovo sistema è così articolata:
  • Istituti per il Sostentamento del Clero a livello diocesano e interdiocesano;
  • Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero a livello nazionale;
  • Conferenza Episcopale Italiana, che ha il potere di emanare, nell’ordinamento canonico, le disposizioni necessarie per l’attuazione delle norme, compresi gli statuti degli IDSC e dell’ICSC.
Le finalità degli istituti per il sostentamento del clero
Cfr. Legge 20 maggio 1985, n. 222, art. 48.L’Istituto ha lo scopo esclusivo di produrre un reddito per il sostentamento del clero.
L’amministrazione dei patrimoni affidati agli Istituti deve rispondere a criteri di grande chiarezza e sicurezza: essi non sono paragonabili a quelli degli altri enti ecclesiastici, ma rappresentano un patrimonio complessivo sui generis, che va trattato con grande cautela e con la dovuta attenzione alle esigenze della lealtà concordataria.
Autonomia degli istituti diocesani e poteri dell’istituto centrale
Un altro punto riguarda l’autonomia degli IDSC e i poteri dell’ICSC. Per garantire al sistema uno sviluppo in perfetta coerenza con i principi che lo hanno ispirato e nel pieno rispetto della disciplina, canonica e civile, che lo regola, la legge n. 222/1985 fa obbligo “a ogni Istituto…, prima dell’inizio di ciascun esercizio, di comunicare all’Istituto Centrale il proprio stato di previsione e alla chiusura di ciascun esercizio di inviare all’Istituto Centrale una relazione consuntiva nella quale devono essere indicati i criteri e le modalità di corresponsione ai singoli sacerdoti delle somme ricevute.
In linea con il dettato legislativo, l’art. 12 della delibera CEI n. 58 attribuisce alla Presidenza della CEI la competenza a decidere gli interventi necessari, qualora risultasse che in una diocesi le disposizioni vigenti in materia di sostentamento del clero non fossero state applicate correttamente. Alla Presidenza della CEI parve naturale affidare all’Istituto Centrale il compito di “verificare la correttezza delle linee gestionali degli Istituti diocesani”.