di Fra Arturo Milici – In una incantevole cornice di primavera madonita, presso il pittoresco eremo di S. Gandolfo, incastonato ai piedi di Polizzi Generosa, si conclude solennemente il mese di itineranza francescana nella diocesi di Cefalù. Sono presenti il vescovo Mons. Giuseppe Marciante, promotore dell’iniziativa, i parroci diocesani che hanno accolto l’itineranza nei propri territori, e i frati missionari col loro ministro provinciale fra’ Antonio Catalfamo (dei 33 frati minori che hanno vissuto l’esperienza, ne sono presenti una quindicina).
Il raduno inizia con la Santa Messa, celebrata all’aperto sul piazzale dell’eremo, con la partecipazione di un folto gruppo di fedeli locali, convenuti in occasione dei “mercoledì di S. Gandolfo”, l’amato patrono di Polizzi. Il Vescovo, durante l’omelia, ricorda come nello stile missionario di Gesù e degli apostoli, riattinto dopo secoli da Francesco d’Assisi e compagni, abbia un’importanza fondamentale il momento della “restituzione”: al termine della missione tra la gente, cioè, bisogna sempre tornare alla presenza del Maestro, e condividere insieme come fratelli le gioie e le fatiche dell’evangelizzazione, per rendere grazie di tutto al Signore, che col Suo Spirito non smette mai di accompagnare la Chiesa in cammino.
In fondo, è ancora nella logica di questo stile – che alterna la missione tra la gente al ritiro contemplativo in solitudine – che si è mosso, pochi anni dopo la morte di S. Francesco, il frate minore S. Gandolfo da Binasco, uomo di profonda preghiera e instancabile evangelizzatore itinerante, venuto a Polizzi per predicare una Quaresima, e morto proprio al termine di quella predicazione, il Sabato Santo del 1260. Felice coincidenza, dunque, tra il luogo e il tempo dell’evento: l’eremo di Gandolfo accoglie altri frati francescani, suoi confratelli, che a distanza di quasi ottocento anni rendono grazie a Dio per aver vissuto e condiviso il Vangelo, ancora, con la brava gente delle Madonie…
Ma un’altra coincidenza vela di commozione i volti, la Celebrazione e l’intera giornata: l’improvvisa morte – avvenuta proprio durante il mese dell’itineranza francescana – del parroco di Sclafani Bagni, l’amabile fra’ Imrich Neslusan, ex-frate minore poi divenuto eremita nella diocesi di Cefalù. Qualche giorno prima dell’inatteso infarto, fra’ Imrich aveva accolto con entusiasmo e accompagnato con cura paterna il passaggio dei frati tra i suoi pochi parrocchiani…
Al termine dell’Eucaristia, il Vescovo coi parroci e i frati si riuniscono nella chiesetta dell’eremo, per condividere insieme i frutti spirituali della missione e restituirli nella lode al Signore. Parlano sia i missionari, sia i parroci dei paesi toccati dalla grazia dell’itineranza: Valledolmo, Campofelice, Geraci, Sclafani Bagni, Castellana, Bompietro-Locati, Caltavuturo, Polizzi, Scillato, Gangi.
I ricordi sono ancora vivi, i racconti pieni di emozione e gratitudine. Tra i frutti più significativi, l’incontro con una umanità provata e bisognosa, soprattutto nelle tante “periferie esistenziali” (ammalati, anziani, ex-carcerati…); il desiderio (e la difficoltà) di ritornare ai ritmi di vita sociale ed ecclesiale pre-pandemia; l’amministrazione a tanti fedeli del sacramento della Riconciliazione. Ma, accanto ai frutti dell’evangelizzazione “per gli altri”, non meno profondi sono quelli che toccano gli stessi evangelizzatori: i frati in missione riassaporano il gusto genuino della propria vocazione, della vita fraterna nell’andare a due a due, della preghiera vissuta in contesti diversi da quelli abituali. E spesso, nei giorni dell’itineranza, ai frati si uniscono anche i parroci del luogo: intorno all’altare come intorno alla mensa, per vivere insieme un tratto autentico, seppur breve, di Vangelo incarnato.
La condivisone si conclude, immancabilmente, con un festoso e lauto pranzo, che viene offerto e servito “generosamente” (è proprio il caso di dirlo!) dai parrocchiani di Polizzi. Ma non si tratta di un addio; come più volte ha sottolineato il Vescovo, questo è solo il primo atto di una feconda collaborazione tra diocesi di Cefalù e frati minori di Sicilia. Dunque… arrivederci sulle Madonie!