Ieri a Messina si è celebrata la festa della Madonna della Lettera patrona e protettrice ella Città e della Diocesi Messinese. Com’è da tradizione sono i Frati Francescani Minori, Conventuali, Cappuccini e i Frati del Terz’ordine Regolare, a dare il cambio ai Canonici della Cattedrale per portare il simulacro della Vergine Santa dal portone del Duomo, per un tratto di strada per poi riportarla al ritorno della processione dove l’avevano prelevata.
Frati Minori del Santuario Nostra Signora di Lourdes, Frati Minori Conventuali della Basilica San Francesco e Parrocchia San Giuliano, frati Minori Cappuccini della Parrocchia della Madonna di Pompei e i Frati del Terz’Ordine Regolare della Parrocchia Sant’Andra Avellino, insieme a dare testimonianza di gioia e di venerazione verso Colei che Francesco di Assisi ha posto come Regina e Madre di tutto l’Ordine Francescano.
Non è un caso che i Frati Francescani compiano questo gesto di devozione, sono stati proprio loro già con San Francesco, prima, e poi più tardi con altri frati tra cui Duns Scoto o Massimiliano Maria Kolbe per citarne qualcuno, a specificare che Maria, la madre di Gesù, occupa un posto unico nella storia umana e nel modo di entrare in rapporto con il Signore. Nella sua completa disponibilità a cooperare al progetto salvifico, ella raggiunge un alto grado di intimità con Dio e nello stesso tempo diviene un modello per ogni essere umano che vuole rapportarsi con lui.
Al tempo di Francesco la devozione per la Madonna era molto sentita, grazie anche alla poesia religiosa e ai canti cavallereschi dei trovatori. Egli crebbe in questo contesto, lasciandosene influenzare profondamente. Dai suoi biografi sappiamo come verso Maria nutriva un’ardente venerazione, che a quel tempo era veramente autentica e non ridotta a forme devozionistiche. Per il Poverello questa devozione non scaturiva da riflessioni teologiche, ma era frutto di preghiera e di meditazione sul mistero profondo della Madonna e del suo ruolo particolare nella storia della salvezza. E’ significativo infatti constatare come Francesco parli della Vergine nelle preghiere e non in altri suoi scritti che, d’altronde, forniscono una visione meravigliosa circa alcune questioni teologiche profonde.
Allora vedere i frati, figli di Francesco, sotto la vara della Madonna della Lettera, intuiamo che non è una semplice devozione, ma il desiderio di essere portatori di Cristo come lo fu la Vergine Poverella, meditando la Parola per incarnarla nel quotidiano per annunciarla nella gioia ad ogni umana creatura.
Santa Maria Vergine, nel mondo tra le donne non è nata alcuna simile a te, figlia e ancella dell’altissimo sommo Re, il Padre celeste, madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo; prega per noi con san Michele arcangelo e con tutte le potenze angeliche dei cieli e con tutti i santi, presso il tuo santissimo diletto Figlio, Signore e maestro. Gloria al Padre… Come era nel principio…