di Franco Pullara – Carissimo fra Giuseppe, ho pensato, compiaciuto, alla tua telefonata di qualche giorno fa con la quale mi annunciavi di avere fondato un nuovo giornale online regionale, comunque, di ispirazione religiosa. Sono convinto, questa è la principale motivazione al mio compiacimento, che il seme tu lo abbia preso dalla tua esperienza a Favara. E che io abbia avuto una minima parte nell’averti fatto entrare nelle vene l’importanza della sana informazione servizio della collettività. Sono davvero misteriose le vie del Signore e una di queste noi due l’abbiamo percorsa insieme.
Ho trascorso la mia infanzia e fino all’adolescenza tra i francescani, nel Convento di Favara. Poi, crescendo, mi sono allontanato, ma il saio ha attratto sempre il mio rispetto e la mia attenzione. Ricordo ancora un pomeriggio di tanti anni fa quando ho visto uscire un saio dal campo sportivo, mi incuriosì e per deformazione professionale ho voluto conoscere il frate che lo indossava. Iniziò così un’avventura indimenticabile di diffusione del messaggio di San Francesco, specialmente, nel percorso di avvicinamento e di fraterno dialogo tra uomini di diversa razza, religione e cultura. Diventammo un laboratorio di idee da diffondere attraverso la stampa e le idee camminarono al punto di raggiungere, in qualche occasione, l’attenzione dei media nazionali o, comunque, fuori dalla nostra Sicilia. L’imam della Moschea di Agrigento trasformò in storica la giornata della marcia per la pace, quando indossò il saio e prese il Vangelo in mano, ricambiato nel gesto di fratellanza da te, all’epoca Guardiano del Convento di Favara. Quel giorno rappresentò per me un traguardo di vita, fatto di piccole e importanti tappe come le “Scarpe spaiate” o i tanti messaggi di serenità francescana riportati su SiciliaOnPress.
Il saio e il giornale insieme nella quotidianità diffusero uno speciale modo di fare informazione, tra l’altro, molto apprezzata e seguita. Adesso il saio ha incorporato il giornalismo ed è per me una grande soddisfazione.
A fra Giuseppe, direttore del giornale, auguro un lungo e produttivo cammino nella strada dell’informazione e prendendo in prestito le parole di Papa Francesco nella Giornata mondiale delle comunicazioni: “Vieni e vedi“, ti ricordo ancora la nostra esperienza fondata proprio su questo principio.
Abbiamo raccontato storie di uomini per averli conosciuti direttamente, per averli ascoltati e guardati negli occhi e i lettori lo hanno intuito.
Auguri fra Giuseppe.