La lode che Gesù esprime con tanta bellezza nella pagina del Vangelo di Matteo di oggi è l’indicazione migliore per farci entrare nel mistero di una santità affascinante come quella di San Francesco di Assisi, di cui oggi ricorre la festa: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”. Tra i complimenti più belli che la storia ha donato al poverello d’Assisi c’è proprio quello di essere stato definito “infinitamente piccolo”.
Francesco si è fatto piccolissimo ed è per questo che è diventato un gigante di santità. È la piccolezza di chi ha compreso che solo l’umiltà ottiene la vera sapienza, e la superbia invece confonde solo i nostri ragionamenti. È la piccolezza di chi ha smesso di fare affidamento su tutte le cose di questo mondo per appoggiarsi solo su una relazione decisiva che vale più di ogni ricchezza, cioè il lasciarsi amare da Dio. È la piccolezza di chi ha scelto la pace, la non violenza, la verità, gli ultimi, gli affaticati e gli oppressi della storia, certo che Gesù mantiene sempre la Sua parola: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.
Umiltà, mitezza, semplicità, povertà sono questi gli ingredienti di una grande santità come quella di Francesco. Ma egli era uno come noi, quindi la santità è possibile per tutti. Non abbiamo scuse.
(fonte famigliacristiana.it)