• 16 Ottobre 2024 12:30

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Fra musei e carceri l’arte di amare alla scuola di Francesco e delle stimmate

Tredici musei. Tre istituti di pena. E (prossimamente) alcuni ospedali. Tutti in Lombardia, purtroppo nessuno al sud Italia. Uniti da una sfida: raccontare alle donne e agli uomini del nostro tempo, con il linguaggio dell’arte, come le stimmate – i segni della Passione di Cristo crocifisso, ricevuti da san Francesco d’Assisi, alter Christus, il 17 settembre 1224 sul monte della Verna – sono icona del dolore che redime, sono immagine dell’amore che si offre, fino al dono della vita. E che può aprire vie di guarigione alle piaghe dell’umanità d’oggi.

Di questa condivisione di cammino tra carceri, ospedali e istituzioni museali diocesane o di ispirazione cristiana si è parlato martedì 15 ottobre alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, dov’è stato presentato il progetto 800 anni dalle stimmate di san Francesco”. Si tratta di un’esperienza di “Museo diffuso” che – dal 24 ottobre 2024 al 6 gennaio 2025 – intende ricordare san Francesco e l’evento delle stimmate attraverso le opere, ispirate ai segni delle ferite di Cristo nel corpo del Poverello, custodite in tredici musei della Lombardia (info: fratefrancesco2026.it).

L’iniziativa – ha spiegato Giuseppe Caffulli, direttore della Fondazione Terra Santa – fa parte del progetto “Frate Francesco 2023-2026 – Centenari francescani in Lombardia”, promosso dalle famiglie francescane che, con il contributo della Regione e il sostegno di Fondazione Cariplo, mira a far conoscere e valorizzare l’eredità feconda del santo di Assisi e del francescanesimo nei più differenti ambiti della vita – dalla spiritualità alla cultura, dall’arte all’economia – prendendo spunto dagli anniversari di eventi cruciali avvenuti 800 anni fa: l’approvazione della Regola bollata e il primo presepe “creato” a Greccio nel 1223; le stimmate (1224); il Cantico delle creature (1225); la morte (3 ottobre 1226).

Così, lo scorso anno, il progetto di “Museo diffuso” mise a tema il presepe e la Natività. In questa seconda edizione, il tema sono le stimmate. E i musei coinvolti sono saliti a tredici. Tre realtà milanesi, la Galleria d’Arte sacra dei contemporanei (Gasc), il Museo diocesano “Carlo Maria Martini” e il Museo San Fedele-Itinerari di arte e fede – ha ricordato Caffulli – si sono infatti aggiunte alle istituzioni coinvolte nel 2023 – il Museo della Basilica di Gandino (Bergamo), il Museo d’Arte e cultura sacra di Romano di Lombardia (Bergamo), il Museo diocesano di Brescia, il Museo diocesano di Cremona, i milanesi Museo della Basilica di Sant’Eustorgio, Museo dei Cappuccini, Museo Popoli e Culture (Pime) e Pinacoteca Ambrosiana, il Museo diocesano di Pavia e il Museo della Collegiata di Castiglione Olona (Varese).

Questa seconda edizione del “Museo diffuso” mette in evidenza opere – delle collezioni permanenti o di esposizioni temporanee – che vanno dal Medioevo ad oggi e sono legate al tema delle “ferite d’amore”. Si spazia dunque dalle tempere su tavola del XIV-XV secolo esposte al Museo dei Cappuccini, al “San Francesco riceve le stigmate” (1490-1510 circa) del Bergognone, al Museo Martini, fino all’“Amore di San Francesco” (1948) di Luigi Filocamo, al Gasc, e al “Concetto spaziale. Attesa” (1961) di Lucio Fontana al San Fedele. Delle due opere proposte dall’Ambrosiana ha parlato il prefetto, monsignor Marco Navoni. La prima è un monumentale olio su tela, la “Madonna con il Bambino e i Santi Francesco e Carlo” (1628) di Daniele Crespi. A unire questi due santi, pur così distanti nel tempo, ha spiegato Navoni, è la profonda devozione per la Passione di Cristo. L’altra opera, parte di un polittico, è della seconda metà del XV secolo e ritrae Francesco con le stimmate. L’autore? Un domenicano: fra Carnevale.

La prima edizione dell’iniziativa, ha reso noto Caffulli, ha dato riscontri positivi. Tolti i visitatori dell’Ambrosiana, si stima che le altre istituzioni abbiano totalizzato con “Museo diffuso” 2023 attorno agli 8.500 ingressi. E l’auspicio è che si possa crescere ancora. A crescere, intanto, è il respiro del progetto dei “Centenari francescani”, con nuove iniziative in corso o imminenti, anch’esse illustrate ieri dal direttore della Fondazione Terra Santa. Alle “stimmate” degli uomini e delle donne d’oggi, e al prendersene cura, sono dedicati due eventi: il 25 ottobre a Pavia, su iniziativa della diocesi e della Caritas; il 30 novembre al Rosetum di Milano, su iniziativa dell’arcidiocesi e di Caritas Ambrosiana.

Sempre col sostegno della Regione, tre istituti di pena – Bollate, Opera e Busto Arsizio – hanno ospitato laboratori di street art che hanno coinvolto artisti e detenuti proprio sul tema delle “stimmate” che feriscono la condizione umana – e che il carcere dovrebbe aiutare a guarire. Il primo grande murale, realizzato a Bollate, verrà inaugurato nella seconda metà di novembre. Ebbene: alcuni ospedali, colpiti dalla proposta, hanno chiesto di poter ospitare quei laboratori, a beneficio dei loro pazienti. E nel 2025 – ottavo centenario della stesura del Cantico delle creature – agli street artist e ai loro compagni di strada potrebbe essere affidato il tema della cura del creato.