Fra Antonio Timpanaro sarà ordinato sacerdote: “Chiamato per essere dono”

di FraPè – Ho avuto la grazia di farmi delle chiacchierate con dei confratelli prima dell’ordinazione sacerdotale o diaconale così come ho avuto la gioia di dialogare con qualche altro confratello a pochi giorni della professione solenne. C’è un qualcosa che accomuna tutti: il volto stanco, ma una luce particolare e uno sguardo luminoso e sereno… direi da innamorato.

Ed è ciò che ho potuto scorgere in Fra Antonio Timpanaro che sabato 2 luglio alle 17, 30 nella Basilica Santuario della Madonna dell’Elemosina di Biancavilla per l’imposizione delle mani di Mons. Luigi Renna Arcivescovo di Catania, sarà ordinato presbitero.

Una chiamata nella chiamata. Fra Antonio ha già professato solennemente nell’Ordine dei Frati Minori della Provincia Santissimo nome di Gesù dei Frati Minori di Sicilia, ha preso consapevolezza della chiamata al sacerdozio durante gli anni di formazione, aiutato dal proprio padre spirituale e dai formatori.

Ed è stato nel 2018 a Lourdes in Francia che, Fra Antonio capisce che non è chiamato a distribuire pani e pesci, così come afferma egli stesso rifacendosi alla Parola ascoltata qualche domenica fa, ma a donarsi completamente. “Ero a Lourdes per un’esperienza con gli ammalati ed era già sera, una signora mi chiede di dare l’unzione degli infermi al genero, ho risposto che non potevo in quanto non sacerdote e mi sono premurato subito a cercarne uno, ma non è stato possibile accontentare la signora…” racconta fra Antonio. “Li ho capito ciò che dice Gesù agli apostoli davanti alla folla affamata “date voi stessi da mangiare”.

“Il Signore ti chiama e ti coinvolge per quello che hai e soprattutto per quello che sei – continua il giovane frate – non ci chiede di distribuire solo cibo, ma di farci cibo”.

Sono passati ben undici anni da quando Fra Antonio Timpanaro ha iniziato il cammino di discernimento che lo ha portato ad entrare tra i francescani. “Da quando Fra Antonino Catalfamo attuale Ministro Provinciale allora animatore vocazionale, mi ha accolto a Chiaramonte Gulfi, prima in accoglienza e poi in postulandato, sono cambiato molto, ed è normale perché chi incontra il Signore non può che crescere innanzitutto umanamente” afferma Antonio con il sorriso fra le labbra che si fa abbracciare dai ricordi “Tutto è partito dalla missione al mio paese, Biancavilla. La presenza di frati e suore, mi ha fatto mettere in discussione. Ricordo che c’erano diversi cantieri aperti e tanta confusione. Sposarsi, entrare in seminario… Ma ciò che mi attirava era la fraternità, peculiarità dei frati minori”. “È la fraternità che in questi anni mi ha permesso di instaurare una relazione intima con il Signore. Non ci salviamo da soli. Il Signore ci invia a due a due”.

Prende fiato fra Antonio, lo ascolto con molto piacere e ogni tanto lo interrompo per fargli qualche domanda, ma lui è un fiume in piena e continua raccontando il primo giorno di convento: “Sono arrivato a Chiaramonte il 5 novembre 2011 alle ore 12,00 stava suonando l’Angelus, esce Fra Domanico Mandanici e con il sorriso fra le labbra mi da il benvenuto. Un benvenuto che ricordo ancora…”

Poi il postulato prolungato per un anno. “Quando i formatori mi hanno comunicato la loro decisione non ho capito, ma oggi gli sono grato. Quell’evento mi ha fortificato, ed è li che ho sentito più forte la fraternità”.

“Il noviziato a Piedimonte Matese in Campania è stato l’anno dove ho sperimentato la bellezza di essere discepolo alla maniera di Francesco. Ho vissuto un anno bellissimo, portare il saio per la prima volta era qualcosa di straordinario. Mi sentivo al posto giusto, confermato nella scelta. Un mondo totalmente nuovo per me che man mano andavo scoprendo tramite gli scritti di Francesco e la vita ordinaria di preghiera e di ascolto della Parola”. Aggiunge fra Antonio che continua a raccontare la sua storia come di un incontro e ne scandisce le tappe.

fra-antonio-3-300x200 Fra Antonio Timpanaro sarà ordinato sacerdote: "Chiamato per essere dono"“Dalla prima professione temporanea fatta l’8 settembre 2015 sino al 17 ottobre 2020 data della professione solenne, ho gustato di anno in anno la bellezza di essere in cammino seguendo le orme di Francesco. A Messina anni belli, ma stancanti: ho ricevuto la formazione giusta da ciò che vivevo giorno per giorno.”

Poi la pandemia. “L’anno in cui stavo scrivendo la tesi che riguardava la dimensione di sofferenza che vive l’uomo. Ricordo il titolo che nasceva proprio da un periodo di sofferenza mia e della mia famiglia per la perdita di mio papà: “Il senso cristiano della sofferenza”.

Settembre 2020 trasferimento a Palermo, diaconato qualche mese dopo e una vita diversa rispetto quella di Messina. Fra Antonio inizia il master in Fundraising, Comunicazioni e Management per gli Enti Ecclesiastici e le organizzazioni religiose.

Il diaconato viene vissuto svolgendo diverse mansioni, mettendosi al servizio della fraternità servendo i poveri della stazione di Palermo con l’unità di strada e la mensa, risistemazione del Convento di Baida centro di spiritualità e accoglienza non solo per gruppi ecclesiali ma anche per gli ucraini. Predicazioni, catechesi, battesimi, giovani, Gifra, Ofs, servizio in Curia Provinciale…

Servizi che Fra Antonio continuerà a svolgere perché così come afferma egli stesso il diaconato non termina con l’ordinazione sacerdotale, il sacramento dell’ordine resta immutato sino alla fine della vita. Una vita dedicata al Vangelo, al Verbo incarnato. Un servizio rivolto a tutti per essere dono ed essere cibo in maniera particolare per i più poveri e gli ultimi.

Per prepararsi al grande appuntamento co il Signore nel Sacramento dell’Ordine, Fra Antonio si è preparato spiritualmente vivendo gli esercizi Spirituali in Terra Santa nei conventi di Betlemme e Nazareth e nell’eremo del Getsemani, e in questi ultimi giorni si è ritirato in preghiera nel Convento di Santa Maria di Gesù a Palermo dove sono custoditi i corpi di San Benedetto da San Fratello e del Beato Matteo d’Agrigento.

Buon Sacerdozio Frate Antonio Gabriele Maria Timpanaro e ricordati di tutti noi quando celebrerai la tua prima Messa.

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