• 22 Novembre 2024 11:23

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della II settimana del Tempo Ordinario

Letture: 2Sam 1,1-4.11-12.17.19.23-27; Sal 79; Mc 3,20-21

Riflessione biblica

“I suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: È fuori di sé” (Mc 3,20-21). Il contrasto è forte: la folla andava da lui e ascoltava i suoi insegnamenti proclamati con autorità, “i suoi” invece lo considerano come “fuori di sé” e cercavano di coinvolgere anche Maria, sua Madre (Mc 3,31). A tal riguardo, il Salmista disse: “Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede” (Sal 41,11). E Gesù l’ha detto in modo chiaro: “nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa” (Mt 10,36). L’opposizione degli intimi, amici o parenti, spesso nasce da un senso di commiserazione: era tanto l’impegno che Gesù poneva nell’aiutare gli altri che lui e i suoi discepoli “non potevano più mangiare”. “Era fuori di sé”: un esaltato, che aveva perso il senso della misura, il “buon senso”, che guida l’agire umano. “Convertitevi”, dice Gesù: cambiate mentalità fino a perdere il “buon senso” del mondo e lasciatevi guidare dalla “follia d’amore”. Il “buon senso” non è un male, ma non è sufficiente per un sano discernimento spirituale: “È forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo!” (Gal 1,10). Convinciamoci: “l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito” (1Cor 2,14). Non facciamoci guidare solo dal buon senso, ma dallo Spirito di Dio: con un ascolto attento che si sottomette al progetto di Dio; con la preghiera costante che è fiducia nel Signore e richiesta del dono del “consiglio”, per scegliere ogni cosa secondo la sua volontà.

Lettura esistenziale

“In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé» (Mc 3, 20s). Il brano evangelico odierno ci racconta che i familiari di Gesù, sentendo le cose fuori regola che Egli va facendo e dicendo, e giudicandolo impazzito, da Nazareth vengono presso il lago, dove Egli si trova, per prenderlo e ricondurlo a casa e questa volta portano con loro anche la Madre. Il Vangelo non nasconde, anzi con molta onestà e crudezza, ci rivela che le relazioni di Gesù con i suoi familiari sono state segnate anche da incomprensioni e distanza. La stessa Madre di Gesù, pur conoscendo l’origine divina del suo Figlio, tuttavia è stata, al pari di noi, pellegrina nella fede e ha conosciuto la fatica che comporta credere. La fatica maggiore che sperimentiamo nella fede è quella di abbandonare i nostri schemi mentali, l’immagine che ci siamo fatti di Dio, spesso frutto delle nostre proiezioni, per aprirci senza difese e senza preconcetti alla rivelazione che Egli fa di Sé. Dio si è compiutamente rivelato in noi nella Persona di Gesù Cristo: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”, dice Gesù a Filippo (cfr Gv 14, 9). Il Vangelo ci rivela il cuore di Cristo. Per questo è così importante che il Vangelo sia il libro della nostra vita, la bussola che orienta il nostro cammino, il criterio di discernimento nelle nostre scelte. È vero, non sempre le sue pagine ci sembrano facili, non tanto da capire quanto da vivere, ma se comprendessimo che esso allarga i nostri orizzonti, non li restringe; ci offre un messaggio liberante non limitante, lo accoglieremmo con animo aperto.