• 22 Novembre 2024 10:14

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sant’Antonio Abate

Letture: 1Sam 15,16-23; Sal 49; Mc 2,18-22

Riflessione biblica

“Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare” (Mc 2,18-22). Gesù va subito al cuore della questione: non siamo cristiani perché digiuniamo o frequentiamo la Messa; siamo cristiani perché crediamo che Gesù è in noi e in mezzo a noi. pane-e-acqua-300x150 FestaEcco la differenza tra un fariseo e un seguace di Gesù: il fariseo digiuna per umiliarsi dinanzi a Dio e riconoscere la propria dipendenza da Dio: “Là, presso il fiume Aavà, ho indetto un digiuno, per umiliarci davanti al nostro Dio e implorare da lui un felice viaggio per noi” (Esra 8,21). E ancora: “È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?” (Is 58,5). D’altra parte, non c’è dubbio che Giovanni Battista digiunasse, ma alla notizia che Gesù battezzava in Spirito Santo e fuoco, si rallegrò e disse: “L’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire” (Gv 3,29-30).gesu-di-nazaret-300x225 Festa Gesù è sempre presente in mezzo a noi: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20); di più: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Così, non digiuno, per sentirmi meglio o per sentirmi purificato dai miei peccati, ma digiuno per essere in comunione con Gesù: “Non vivo più io, ma vive Cristo in me” (Gal 2,20); per agire secondo il suo progetto di amore, condividendo i beni di questo mondo con chi ha bisogno: “Non è questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?” (Is 58,6-7); per essere rinnovato da lui mediante il suo Spirito: “L’amore del Cristo ci possiede, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Così, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.” (2Cor 5,14-17)

Lettura esistenziale

Botti-vino-300x200 Festa“Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!” (Mc 2, 22). Questa frase pronunciata da Gesù e riportata da tutti e tre i Vangeli sinottici, sottolinea la novità dello stile con cui il Signore Gesù, rivelando al mondo il volto misericordioso del Padre, si pone in una distanza critica riguardo al semplice mantenimento degli schemi religiosi abituali.

Perdonare i peccati e accogliere ogni persona nel suo mistero di sofferenza e, persino, di erranza è una radicale novità. Questa novità destabilizza quanti sono abituati alla semplice ripetizione di uno schema in cui tutto è già previsto e inquadrato. Un simile atteggiamento non solo crea imbarazzo, ma sin da subito, diventa motivo di rifiuto (cf Gv 2,12).

Lo stile con cui Gesù annuncia il Regno di Dio si fonda sulla legge dell’amore. Il Suo amore che si dona sulla croce è il vino nuovo, capace di ridonare la gioia al cuore dell’uomo. Nella santa Eucaristia Egli dalla croce ci attira tutti a Sé (Gv 12,32) e ci fa diventare tralci della vite che è Egli stesso.Se rimaniamo uniti a Cristo, nel nostro cuore non ci sarà più l’aceto dell’autosufficienza, della presunzione, della tristezza e del non amore, ma il vino buono della gioia in Dio e dell’amore verso il prossimo.