“L’uomo si differenzia dagli animali non solo per la sua tecnologia, ma soprattutto e anzitutto per la sua singolare capacità di relazionarsi. Il bene del mio prossimo è il mio e viceversa. L’insegnamento sociale della Chiesa lo denomina ‘bene comune’. Non il bene del singolo ‘io’ o del singolo ‘tu’, ma il bene di tutti e di ciascuno”. Lo scrive l’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, nel suo messaggio ai sindaci e consiglieri neoeletti alla guida dei Comuni della diocesi e provincia.
“Il bene comune, fondato e radicato sulla dignità inalienabile di ogni persona, si attua principalmente attraverso due ‘principi’ che la Chiesa ritiene ‘basici’ della convivenza sociale, civile e politica: la solidarietà e la sussidiarietà. La solidarietà sociale tutti sappiamo cos’è, grazie al concetto di welfare. Ma la sussidiarietà cos’è?”, si chiede il presule.
Il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa – cita mons. Damiano – scrive che la sussidiarietà “protegge le persone dagli abusi delle istanze sociali superiori e sollecita queste ultime ad aiutare i singoli individui e i corpi (sociali) intermedi a sviluppare i loro compiti. Questo principio si impone perché ogni persona, famiglia e corpo intermedio ha qualcosa di originale da offrire alla comunità”.
“La mia non vuole per nulla essere una ‘ricetta’, ma solamente un ‘pensiero’ che, da vescovo e da cittadino, desidero condividere con voi. Crisi economica, tempo post-pandemico e guerre diverse ci attanagliano, ma forse ancora oggi anteponendo la dignità inalienabile e intoccabile di ogni persona, il bene comune, la solidarietà e la sussidiarietà a interessi personali possiamo sperare davvero in un ‘mondo migliore’ – conclude l’arcivescovo -. Possiamo costruire quotidianamente tanti ‘piccoli ponti di pace’, che insieme fanno e sono la pace!”