• 8 Settembre 2024 2:40

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della XV settimana del Tempo Ordinario

Letture: Mi 2,1-5; Sal 9; Mt 12,14-21

Riflessione biblica

“Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento” (Mt 12,14,21). La lunga citazione di Is 42,1-4 è uno dei canti sul “Servo di Jahvé”, immagine del Messia che deve realizzare il piano di salvezza di Dio. Matteo lo applica a Gesù: l’eletto, manifestato da Dio nel battesimo al Giordano, “il Figlio amato, nel quale Dio ha posto il suo compiacimento” (Mt 3,17). Egli, per amore nostro si è fatto “servo”: “pur essendo nella condizione di Dio, svuotò se stesso assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,6-7). Di più: “Se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato l’esempio, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,14-15). Ma Gesù, non solo ci ha dato l’esempio, ci comunica lo Spirito Santo: “In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito” (1Gv 4,13), perché sia la nostra guida verso la santità: “Quelli che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. La carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace” (Rom 8,5-6). L’azione di Gesù a nostro favore è benefica, attenta al nostro rinnovamento, pronta ad accoglierci anche nelle nostre fragilità, sempre e ovunque pronta a donarci il perdono e la sua grazia. Nella sua bontà ci ripete: “Vi basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza. Ci vanteremo ben volentieri delle nostre debolezze, perché dimori in noi la potenza di Cristo” (2Cor 12,9-10). Rimaniamo in Gesù e lasciamo operare nel nostro cuore il suo Spirito Santo, che ci insegna tutta la verità e la via della santità, ci conduce nel cammino della giustizia, della grazia e dell’amore, perché possiamo essere giusti come egli è giusto (1Gv 3,7), perfetti com’è perfetto il Padre dei cieli (Mt 5,48), misericordiosi, umili e miti come Gesù, che non spezza la speranza dei cuori afflitti, ma li corrobora con il suo amore (Mt 12,20).

Lettura esistenziale

“I farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti” (Mt 12, 14s). Nei pochi versetti del brano evangelico odierno appare stridente il contrasto tra l’atteggiamento dei farisei che tramano di sopprimere Gesù e quello dello stesso Gesù che invece guarisce tutti coloro che lo seguono. Gli uni fanno progetti di morte, il Cristo invece risana, guarisce le ferite e dona ristoro, perdono e pace. Tante volte i Vangeli ci riportano i sentimenti di Gesù nei confronti degli uomini, in special modo dei sofferenti e dei peccatori; sentimenti ed opere che esprimono l’intenzione salvifica di Dio nei confronti dell’uomo. Ogni Celebrazione eucaristica attualizza sacramentalmente il dono che Gesù ha fatto della propria vita sulla Croce per la nostra guarigione e salvezza. Al tempo stesso, nell’Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo, che consiste appunto nell’amare, in Dio e con Dio, anche la persona che non gradiamo o neanche conosciamo. Questo può realizzarsi solo a partire dall’intimo incontro con Dio, un incontro che diventa comunione di volontà. Allora impariamo a guardare il prossimo non più soltanto con i nostri occhi e con i nostri sentimenti, ma con quelli di Cristo Gesù. In tal modo riconosciamo, nelle persone che avviciniamo, fratelli e sorelle per i quali il Signore ha dato la sua vita amandoli fino alla fine.