Altro importante successo per lo scrittore gangitano Roberto Franco che con il suo saggio di recentissima pubblicazione “È sedimentario, mio caro Watson! Dalle indagini ‘geologiche’ di Sherlock Holmes alla nascita delle geoscienze forensi”, Plumelia Edizioni, si è piazzato al 2° posto, nella Sezione Saggio o Tesi di laurea sia editi che inediti, al “Premio Internazionale Salvatore Quasimodo”, un’importante vetrina per talenti di diverse discipline artistiche, dalla poesia alla narrativa, dalla saggistica al teatro e alla musica.
L’edizione di quest’anno, l’undicesima, la cui Giuria è stata presieduta da Alessandro Quasimodo, regista e poeta oltre che figlio del grande scrittore e premio Nobel per la letteratura, ha coinvolto circa 5000 protagonisti tra autori e artisti provenienti da tutte le regioni italiane e anche dall’estero, una costante per un Premio letterario, ideato e organizzato dall’editore Giuseppe Aletti, che si contraddistingue per essere uno dei più importanti d’Italia, per testi editi e inediti.
Il saggio nasce da una passione profonda dell’autore per un personaggio singolare, Sherlock Holmes, creatura di Sir Arthur Conan Doyle, che ha avuto il merito di aver considerato la scienza della Terra al pari delle altre scienze e come tale applicabile nel contesto investigativo e ciò ha gettato le basi dello studio dei terreni in ambito processuale, rendendo ufficialmente il detective più conosciuto al mondo, seppur parzialmente immaginario, il primo geologo forense della storia del crimine. Il suo modus operandi insegna come il corretto approccio del bravo investigatore non possa in alcun caso prescindere dalla complessità di un metodo investigativo in cui l’induzione e la deduzione si completano nell’abduzione. Holmes diviene Maestro nel seguire tracce, cogliere indizi, scartare ipotesi contrastanti, giungere a soluzioni inimmaginabili seguendo quel ‘paradigma indiziario’ prima propri del patologo e forse del criminologo e poi destinato a diventare strumento di tutta una serie di studiosi, dal biologo allo storico, dal matematico allo studioso d’arte e persino del geologo.
Roberto Franco, ‘geologo-umanista’ come ama definirsi, coniugando l’amore per la sua formazione scientifica con la passione per la letteratura, non è nuovo ai successi letterari, è autore di numerose interessanti pubblicazioni tra le quali spiccano particolarmente per la singolarità e il fascino degli argomenti trattati, quelle in ambito geologico: “Eppur si muovono! Storie di uomini e di scienziati che hanno reso grande la geologia” (2019); il pluripremiato “La geologia nella Divina Commedia” (2017); “Alburchia, la montagna incantata. Un contributo della Geoarcheologia alla conoscenza storica, tutela e valorizzazione di un sito della Sicilia centro-settentrionale” (2011) e pare proprio che “È sedimentario, mio caro Watson!”, neo premiato al “Salvatore Quasimodo”, sia perfettamente in linea con le aspettative, alte peraltro, dei cultori del settore e anche dei curiosi del genio di Sherlock Holmes e della penna intrigante d’uno scrittore originale come Roberto Franco.