Commento di Fra Giuseppe Di Fatta
Un caro saluto di gioia e di risurrezione a tutti voi!
Ascoltiamo il Vangelo secondo Luca nella celebrazione della veglia Pasquale.
Il primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. È il grido fondamentale della nostra fede: è risorto! Se non fosse così, ci dice S. Paolo, sarebbe inutile la nostra fede.
Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Pandemia e guerra stanno creando e facendo emergere problematiche di distruzione e morte in molte parti del mondo e a diversi livelli: la crisi sanitaria ed economica è quella che risalta più chiaramente, ma anche la società, le relazioni umane, il lavoro, la famiglia e le singole persone registrano ansie, frammentazioni e paure che stanno logorando la serenità e la stabilità di tutti. Sperando che ritorni il passato, siamo schiacciati sul presente e non riusciamo nemmeno a immaginare il futuro. La stessa comunità cristiana, tranne qualche profetico raro caso, come papa Francesco, diciamolo con franchezza, annaspa e razzola. Le donne di Pasqua hanno qualcosa da insegnarci: ricordano le parole di Gesù e poi annunciano il Vangelo della Risurrezione agli apostoli e a tutti gli altri. Credo che questa indicazione sia molto semplice e preziosa. Ritorniamo a fare memoriale, cioè a celebrare l’Eucaristia, i sacramenti e la liturgia delle ore con gioia e fedeltà, e ritorniamo soprattutto ad annunziare il Vangelo anche lì dove ci sono le macerie delle case e dei cuori, i ruderi delle città e delle relazioni.
Una santa e serena domenica di Pasqua a tutti voi.
Dopo un anno che svolgo questo servizio al Sicomoro, credo sia venuto il momento di dare spazio ad altri. Ringrazio la redazione e quanti avete avuto la pazienza di ascoltarmi.
Il Signore ci benedica. Buon cammino