• 22 Novembre 2024 20:28

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

“E li mandò a due a due”: da Tusa in Inghilterra, la missione delle Sorelle Minori di S. Francesco

di FraPè – Quando si pensa a missionari in terra straniera, la prima immagine che viene in mente è quella di preti, frati o suore che abbandonano il loro Paese nativo per luoghi sconosciuti, lasciandosi alle spalle lingua, cultura, atteggiamenti del proprio ambiente, per acquisirne di nuovi; essi si allontanano dalle loro fraternità ben costituite per realizzarne un’altra, partendo da zero. Questo è stato vero anche per tre Sorelle Minori di San Francesco.

Ed è stato proprio cinque anni fa che queste Sorelle presenti sino a quel momento in diversi luoghi della Colombia e a Tusa in provincia di Messina, decidono di andare oltre Manica.suore-di-tusa1-300x225 “E li mandò a due a due”: da Tusa in Inghilterra, la missione delle Sorelle Minori di S. Francesco

“Il nostro Istituto di Sorelle minori di san Francesco, qualche anno fa, ha fatto la proposta di aprirci alla missione: proposta che è stata accolta dal Cardinale di Londra, Vincent Nichols e da diversi cuori di noi sorelle. Dopo un anno di permanenza nella capitale inglese, la Provvidenza di Dio ci ha fatto dono di una casa a Birmingham, accolte in maniera molto paterna dall’Arcivescovo Bernard Longley. Raccontano Suor Irene, Suor Miriam e Suor Michela. Con loro all’inizio c’era anche Suor Agnese, richiamata in Italia perchè nominata dal Capitolo Generale del piccolo Istituto a guidare le suore come serva generale.

“Ci stiamo inserendo nell’attività parrocchiale, – continuano le suore – partecipando al corso biblico, visitando gli ammalati, realizzando il catechismo per i bambini della Prima Comunione e cercando di avviare un gruppo di giovani francescano. Più volte siamo state invitate dal responsabile vocazionale diocesano nella visita di qualche scuola per incontrare i ragazzi e parlare loro della nostra vocazione. Abbiamo partecipato a “Luci nella notte”, ad alcuni momenti di evangelizzazione per strada, abbiamo pregato davanti a una clinica abortista e preso parte alla Via Crucis inter-religiosa per le strade principali della città. Abbiamo ricevuto anche un invito dai Frati Cappuccini: partecipare alla missione cittadina di Oxford, che si terrà la prossima estate”.

suore-di-tusa3-300x225 “E li mandò a due a due”: da Tusa in Inghilterra, la missione delle Sorelle Minori di S. FrancescoNon mancano i contatti con gli italiani a Londra: “Abbiamo realizzato già due volte insieme a p. Francesco Buttazzo il corso di catechesi sui “Dieci Comandamenti” per i giovani, ideato in Italia da don Fabio Rosini. Abbiamo visto in questi anni tanti giovani trasformarsi perché toccati dalla Grazia di Dio e dalla sua Parola. Questo ripaga la fatica di affrontare un viaggio settimanale di tre ore: mettiamo a frutto il nostro essere italiane e siamo già pronte a ricominciare per questo nuovo anno pastorale”.

Ma prima di evangelizzare è opportuno adattarsi ad un ambiente totalmente diverso dal nostro: “Stiamo imparando a conoscere gli inglesi e possiamo dire che sono accoglienti, generosi e premurosi anche se in modo diverso dai noi italiani. In Inghilterra molte cose sono diverse: i modi di fare, pensare, relazionarsi, il clima, il cibo, la liturgia, per non parlare della grande sfida della lingua. L’ora dopo il pranzo è per noi uno dei momenti più personali per riuscire a distenderci e riposare un po’… non così per gli inglesi: per loro è l’ora più calda della giornata ed è il momento giusto per fare e ricevere visite, appuntamenti e riunioni. A volte ci manca il sole o comunque il clima mite della Sicilia. Il cielo inglese è quasi sempre grigio e piovoso. Quando è azzurro e privo di nuvole, siamo subito pronte a coprirci perbene: quello è il giorno più freddo!”

suore-di-tusa4-300x186 “E li mandò a due a due”: da Tusa in Inghilterra, la missione delle Sorelle Minori di S. FrancescoLa fraternità con fratelli e sorelle di altre confessioni non manca: “Che sorpresa quando apriamo la porta a Gana, che fa parte della Chiesa Protestante o ad Alan e Beverly della Chiesa Metodista, venuti a trovarci con sacchetti colmi di spesa; o quando siamo per strada e alcuni, anche musulmani, ci fermano per chiederci spiegazioni sul nostro abito e per affidarsi alle nostre preghiere: questo in Italia non succede così spesso! Questi sono alcuni semplici esempi, ma le differenze che stiamo notando ci spingono a uscire dai nostri schemi, dai nostri concetti di “giusto e corretto” per accoglierne altri e scoprirci arricchite”.

“È davvero tanto quello che stiamo ricevendo da questa terra, da questo popolo rispetto al poco che stiamo cercando di dare”. Concludono con semplicità e con il sorriso tra le labbra suor Irene, Suor Miriam e Suor Michela