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Donare se stessi per un amore grande

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della XIX settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gs 24,1-13; Sal 135; Mt 19,3-12

Riflessione biblica

“Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi” (Mt 19,3-12). Tale affermazione sembra divenuta una moda, una necessità imposta dalla società moderna. E così molti credenti alle parole di Gesù preferiscono la “via comoda” del divorzio o del vivere in compagnia. Si cerca un’unione libera, dove al posto del marito o della moglie c’è il compagno o la compagna. E se le cose non vanno bene, non c’è neppure bisogno di divorzio. Eppoi, è di moda anche la confusione dei sessi. Tutto in nome della libertà! Ma la libertà non si regge sull’individualismo, né sull’egoismo o sugli interessi personali o sessuali: “Fratelli, siete stati chiamati a libertà. purché questa libertà non divenga un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri” (Gal 5,13). Per Gesù, l’unione tra uomo e donna è problema di fede: Dio ha voluto la distinzione dei sessi e la loro attrazione reciproca. È la volontà creatrice di Dio che unisce l’uomo e la donna: quando si uniscono, essi obbediscono ad una legge inscritta nel DNA dell’uomo e della donna. Dio è il garante del matrimonio degli sposi credenti: il loro “patto sacro”, stipulato dinanzi a Dio, non unisce solo i loro corpi per attrazione fisica, ma le loro persone in un dialogo d’amore: “Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole” (Eccl. 9,9). Solo l’amore rende umano il “vivere insieme e tale “amore sacro” è voluto da Dio: “E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela” (Gen 1,27-28). Solo l’amore, non quello leggero e sentimentale delle canzoni o dei film, ma quello basato sulla parola di Dio: “Il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto. Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca quest’unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza” (Mal 2,14-15). Solo la “durezza del cuore”, la legge dell’egoismo, può rendere vano il progetto d’amore che Dio ha posto nel cuore dell’uomo e della donna. Non è problema di uguaglianza: “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo” (Ef 5,21), ma di vita che si dona: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” (Gv 15,12).

Lettura esistenziale

“Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?»” (Mt 19, 3) Nel Vangelo odierno, Gesù risponde alle domande dei suoi contemporanei riguardo al vero significato del matrimonio, sottolineando l’indissolubilità del medesimo. “Dio – come sta scritto nel Libro della Genesi – li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola” (cfr Gn 1, 27). È questo il progetto originario di Dio. Il matrimonio cristiano è: uno, indissolubile e fecondo. Chi vuole “sposarsi nel Signore” come scrive Paolo, non può togliere dalla Parola di Dio “nemmeno un segno o un iota” (cfr Mt 5, 18). Non resta spazio per interpretazioni personali o per giustificazioni del tipo “lo fanno tutti”. Il Signore ha parlato così non per rovinarci la vita, ma per indicarci la via del bene. Dio ci chiama ad amare come ama Lui. L’amore vero sa mettere in conto la fatica di amare, accogliendo quotidianamente la propria e altrui fragilità, ma sa anche essere creativo nell’esprimersi sempre in modo nuovo, fresco ed entusiasta. C’è oggi particolarmente bisogno della testimonianza di famiglie che non si lascino travolgere da moderne correnti culturali ispirate all’edonismo e al relativismo, e siano pronte piuttosto a compiere con generosa dedizione la loro missione nella Chiesa e nella società. Questa missione è diretta sia all’interno della famiglia – specialmente nel servizio reciproco e nell’educazione dei figli -, sia all’esterno: la comunità domestica, infatti, è chiamata ad essere segno dell’amore di Dio verso tutti. È missione, questa, che la famiglia cristiana può portare a compimento solo se sorretta dalla grazia divina. Per questo è necessario pregare senza mai stancarsi e perseverare nel quotidiano sforzo di mantenere gli impegni assunti il giorno del matrimonio.

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