• 22 Novembre 2024 6:03

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della XIX settimana del Tempo Ordinario

Letture: Ez 16,1-15.60.63; Is 12,2-6; Mt 19,3-12

Riflessione biblica

 “L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto” (Mt 19.3-12). Parole chiare, ma anche molto scomode. Purtroppo, molti credenti alle parole di Gesù preferiscono la “via comoda” del divorzio o del vivere in compagnia. Si cerca un’unione libera, dove al posto del marito o della moglie c’è il compagno o la compagna. E se le cose non vanno bene, non c’è neppure bisogno di divorzio. Eppoi, è di moda anche la confusione dei sessi. Tutto in nome della libertà! Ma la libertà non si regge sull’individualismo, né sull’egoismo e tantomeno sugli interessi personali o sessuali: “Fratelli, siete stati chiamati a libertà. purché questa libertà non divenga un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Gal 5,13-14). matrimonio1 Donare se stessi per un amore grandeSolo l’amore rende umano il “vivere insieme e tale “amore sacro” è voluto da Dio: “E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela” (Gen 1,27-28). È la volontà creatrice di Dio che unisce l’uomo e la donna: quando si uniscono, essi obbediscono ad una legge inscritta nel DNA dell’uomo e della donna. Di più: “Il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto” (Mal 2,14). Dio è il garante del matrimonio degli sposi credenti: il loro matrimonio è un atto di fede in Dio che li ha creati e li ha resi “una carne sola”. Il loro “patto sacro”, stipulato dinanzi a Dio, non unisce solo i loro corpi per attrazione fisica, ma le loro persone in un dialogo d’amore: “Chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa” (Ef 5,28-29). Solo la “durezza del cuore”, la legge dell’egoismo, può rendere vano il progetto d’amore che Dio ha posto nel cuore dell’uomo e della donna. E tutto ciò ha il fondamento sul comando di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”

Lettura esistenziale

frati-2-300x189 Donare se stessi per un amore grande“Vi sono eunuchi che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca” (Mt 19, 12). Tra i consigli evangelici, eccelle il prezioso dono della perfetta continenza per il Regno dei cieli: dono della grazia divina, dato dal Padre ad alcuni perché più facilmente, con cuore indiviso, si consacrino solo a Dio nella verginità e nel celibato, segno e stimolo della carità e speciale sorgente di spirituale fecondità nel mondo. Gesù è cosciente dei valori ai quali rinunciano coloro che vivono nel celibato perpetuo: egli stesso li ha affermati poco prima parlando del matrimonio come di una unione di cui Dio è l’autore e che per questo non può essere rotta. Impegnarsi nel celibato significa, sì, rinunciare ai beni inerenti alla vita matrimoniale e alla famiglia, ma non cessare di apprezzarli nel loro reale valore.

La rinuncia viene fatta in vista di bene più grande, di valori più elevati, riassunti nella bella espressione evangelica di “Regno dei cieli”. Il dono completo di sé a questo Regno giustifica e santifica il celibato.

Gesù attira l’attenzione sul dono di luce divina necessario già per comprendere la via del celibato volontario. Non tutti la possono comprendere, nel senso che non tutti sono capaci di cogliere il suo significato, di accettarla, di metterla in pratica. Questo dono è concesso solo ad alcuni. È un privilegio concesso loro per un amore più grande. Nella Chiesa ci sono diversità di vie, di carismi, di funzioni, come riconosceva San Paolo.

La stima della verginità per il Regno e il senso cristiano del Matrimonio sono inseparabili e si favoriscono reciprocamente. Le condizioni dunque per una sequela fedele di Cristo su questo punto sono: la fiducia nell’amore divino e la sua invocazione stimolata dalla coscienza della debolezza umana; un comportamento prudente ed umile; e, soprattutto, una vita di intensa unione con Cristo. In quest’ultimo punto, che è la chiave di tutta la vita consacrata, è il segreto della fedeltà a Cristo come Sposo unico dell’anima, unica ragione di vita.