Dal 18 novembre scorso, don Alessandro Minutella ha perso i diritti propri dello stato clericale. E’ solo l’ultimo atto questo di un rapporto a dir poco travagliato tra il sacerdote palermitano e le gerarchie ecclesiastiche.
Don Minutella era stato accusato di aver dato vita ad una vera e propria Chiesa parallela a quella cristiana cattolica, e nessuno dei richiami avuti sinora, lo aveva fatto ritornare sui suoi passi. Era stato già scomunicato con le accuse di eresia e scisma, poiché considerava Papa Francesco e il vescovo di Palermo Corrado Lorefice, eretici e indegni di esercitare il loro ruolo di pastori. In realtà era tutta la gerarchia ecclesiastica che secondo lui rappresenta una «falsa Chiesa», con l’unica eccezione di papa Benedetto XVI (Aleteia, 13 novembre 2018).
I tre motivi della dimissione dallo stato clericale
La comunicazione contro Don Minutella, secondo quanto riportato nella notifica, arriva dalla Congregazione per la dottrina della Fede. Della dimissione dallo stato clericale, il codice di Diritto canonico ne parla al canone 290 e seguenti.
Possono essere tre i motivi per cui si incorre in questa gravissima sentenza. Il primo è legato a una sentenza giudiziaria o a un decreto amministrativo con cui viene dichiarata l’invalidità della sacra ordinazione. In pratica, quando il prete non è stato realmente ordinato.
Il secondo motivo per cui si incorre alla riduzione in stato laicale incorre quando si incorre in un grave delitto, la fattispecie chiamata dimissione in poenam (il caso di don Minutella).
L’ultimo caso avviene col rescritto, ovvero quando è lo stesso sacerdote a chiedere di abbandonare lo stato clericale.
La rabbia e le offese di Minutella
Don Alessandro Minutella è esploso sul suo canale YouTube. Ha detto che dopo la scomunica, teme anche per la propria vita. E ha offeso duramente Papa Francesco, accusandolo di essere mosso da Satana e massoneria.
«Il Vescovo di Palermo, Corrado Lorefice, mi ha notificato che sono stato ridotto allo stato laicale. E’ l’ultima sanzione canonica a disposizione da quella che si dice essere la Chiesa della Misericordia, la chiesa del dialogo», ha riferito il prete palermitano, nella diretta su Radio Domina Nostra, il canale YouTube che raccoglie l’attenzione di migliaia di seguaci di Don Minutella.
Aveva già ricevuto la scomunica “latae sentientiae”
Don Minutella, prima della dimissione dallo stato clericale, era stato già scomunicato. Questa la sentenza contro di lui:
Un comunicato ufficiale redatto dall’arcidiocesi di Palermo rende note le notifiche di scomunica “latae sententiae” nei confronti del sacerdote palermitano don Alessandro Maria Minutella, in cui lo stesso sacerdote è incorso – si legge nel testo – «per il delitto di eresia e per il delitto di scisma, come previsto dalla Legge canonica (cfr. can.1364 §1 CIC), con tutte le conseguenze derivanti dallo stesso provvedimento» (La Stampa, 13 novembre 2018).
(Fonte aleteia.org)