Una chiesa, quella del Santuario della Madonna della Consolazione, stracolma di fedeli di Paternò e Ragalna, riuniti per implorare il dono della pace non solo per il Medio Oriente, ma anche per tutti quei popoli sparsi nel mondo che vivono il dramma della guerra.
Una veglia di preghiera presieduta dal Vicario Foraneo Don Salvatore Alì, con la partecipazione di tutto il clero, religiosi e religiose e la rappresentanza delle comunità parrocchiali ed ecclesiali del XII Vicariato.
Nell’omelia il presidente ha sottolineato l’importanza della preghiera e del digiuno per i popoli in guerra affinché superino i contrasti e le divisioni e possano vivere nella pace e concordia; per i governanti perché siano illuminati dallo Spirito di Dio e guidati nella ricerca di vie sempre nuove di dialogo e riconciliazione; per le popolazioni sfollate perché possano ritornare nelle loro terre e aspirare ad una vita più tranquilla e serena; per i prigionieri perché siano liberati e i morti di entrambe le parti perché siano accolti in cielo.
Don Alì ha però ricordato che non basta la preghiera, ma occorre che ciascuno diventi costruttore di pace e non semplice amante della pace. La pace si costruisce attraverso scelte e gesti quotidiani di perdono e riconciliazione. Occorre diventare sempre più operatori, artigiani ed educatori di pace, perché la pace è sì dono di Dio, ma è impegno di tutti.
Tutto questo è stato affidato alla intercessione di Maria santissima Regina della pace, Madre della Consolazione, affinché ottenga dal suo Figlio Risorto per noi, per le nostre famiglie, le nostre comunità, la nostra Chiesa di Catania e il mondo intero, ciò che sembra impossibile all’uomo e cioè i preziosi e delicati doni della pace e della fratellanza.