Ha per titolo “Effonderò il mio Spirito ed essi saranno profeti. I frutti del cammino sinodale”, la Lettera pastorale 2024-2025 dell’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, dedicata al tema dell’Iniziazione cristiana. Nonostante l’infarto e i giorni di convalescenza, il presule non ha voluto mancare l’appuntamento con la Lettera annuale che segna il cammino a tutta la diocesi. “La più grande responsabilità che abbiamo – si legge nel testo diffuso oggi dalla diocesi – è annunciare il Vangelo nel nostro tempo, senza fuggire da esso con nostalgia di un passato che non c’è più, ma protesi verso un futuro che dipenderà anche da noi”.
“Trasmettere la fede – sostiene Renna – è compito di ogni cristiano, non solo dei catechisti o di coloro che si sentono ‘al sicuro’ perché ritengono di aver raggiunto una certa maturità”. E aggiunge: “Come vorrei che tutti sentissimo vivo il desiderio di crescere e di far crescere nella fede le nuove generazioni, nelle scelte familiari come in quelle ecclesiali, che abbracciano la vita delle parrocchie e quelle delle associazioni e movimenti, anche di quelle forme più antiche di associazionismo laicale, come le confraternite che animano la nostra pietà popolare”.
Per il vescovo “il rinnovamento dell’annuncio del Vangelo passa attraverso delle scelte che bisogna avere il coraggio di fare qui ed ora, senza rimandare ancora, perché siamo lo Spirito Santo e noi stessi a costruire il futuro. Ad educare alla fede è tutta la comunità cristiana, nella quale la famiglia, Chiesa domestica, è la prima cellula nella quale si cresce; la comunità cristiana perciò deve fare il possibile per coinvolgerla da ‘adulta’, affinché sia generativa, credibile e responsabile del processo di maturazione dei più giovani”.
L’Iniziazione cristiana, avverte il presule, “non va vissuta semplicemente come preparazione ai sacramenti ma come introduzione alla vita cristiana nella sua interezza. In definitiva è qui che la Chiesa, in tutte le sue espressioni, si gioca la sua missionarietà, il suo essere Chiesa in uscita”.
Il primo frutto del cammino sinodale, a tre anni dal suo inizio, è – secondo mons. Renna – un progetto catechistico diocesano. “La prima cosa da fare e da metter a punto della nostra ‘profezia’ è come annunciamo il vangelo al mondo d’oggi. (…) La profezia è propria di ogni battezzato. Solo insieme, come comunità, potremo dare voce a quella che è la profezia che ci viene richiesta in questo momento storico, quella dell’evangelizzazione, della trasmissione della fede alle nuove generazioni, del ‘secondo annuncio’ a chi è già battezzato ma non ha ancora il pensiero di Cristo”.