di Don Giuseppe Di Stefano
“La Strada non è impossibile da quando l’Impossibile si è fatto nostra Strada”. (Soren Kierkegaard)
Dio cammina a piedi, lentamente, senza fretta. Dio ha tempo da spendere, da perdere, come diremmo noi. Si perde dietro i passi dei poveri e degli ultimi, dentro gli occhi dei piccoli e degli innamorati. Dio perde tempo dietro una coccinella piccolissima, posata su uno stelo di grano; si perde dentro le lacrime e i sorrisi di chiunque gli si accosta lungo la strada.
Si nasconde nella grammatica di gesti semplici e senza clamore: in un bicchiere d’acqua fresca offerto, come in un bacio o in una carezza. Si accasa negli abbracci e nelle parole sussurrate di chi ama.
Dio sobbalza di gioia con i piccoli e gioca con loro a rincorrere un pallone o a far volare un aquilone. Si incanta davanti allo spettacolo di un tramonto, come dinanzi alla bellezza disarmante dei gigli del campo e alla spensieratezza degli uccelli del cielo.
Dio ha occhi semplici e grati, capaci di vedere miracoli anche laddove l’uomo non sa fare altro che constatare una mancanza o un fallimento.
Dio ha mani grondanti di luce che conoscono la fatica, la sofferenza e il rifiuto, ma non se ne lasciano condizionare. Sanno sollevare chi è caduto, raggiungere chi è rimasto indietro o si è perduto, curare chi è ferito, carezzare senza la presunzione di possedere.
Dio cammina a piedi, ed ha tempo da spendere, da perdere. Tempo per ascoltare e per farsi vicino, per attardarsi e perdersi nei dettagli. Tempo per accogliere e raccogliere. Tempo e gioia per dire che la vita vale sempre e che il pane più buono è quello che abbiamo saputo condividere.