• 23 Novembre 2024 2:31

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Don Ciro Lo Cicero

VI Domenica del Tempo Ordinario

Letture: Sir 15,16-21; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Vangelo Mt 5,17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: (…) Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. (…)

gesu-18-300x265 Dalla legge al cuoreDopo le Beatitudini e la definizione di chi le vive come sale della terra e luce del mondo, ecco il Vangelo di oggi, tratto sempre dal Discorso della Montagna, che affronta l’argomento dell’adempimento della Legge. Partiamo subito con l’affermare che Dio, da sempre, ha educato l’uomo alla vera libertà e responsabilità mediante la Legge, anche se per l’uomo, precetti e comandamenti, hanno costituito un limite alla propria libertà.

Nel brano di questa domenica, Gesù traccia una linea di continuità fra la Legge antica data ai padri e il suo insegnamento: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”. (v.17)

In che cosa consiste questo “pieno compimento” di cui parla Gesù? Lo scopriamo al v.20: “Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”.

Il “pieno compimento” non è solo perfezionamento, ma pienezza, raggiungibile soltanto nella misura in cui:

  1. sappiamo prendere le distanze dalla tentazione di pretendere di cancellare il passato o di diventare idolatri del passato e quindi ciechi sull’oggi;
  2. sappiamo vivere la Legge come uno strumento che ci aiuta ad essere più liberi e a non essere schiavi delle passioni e del peccato.

Il compimento della Legge non consiste nella pura osservanza esteriore di una serie di precetti, proviene piuttosto dalla condotta intima dell’uomo, cioè dal cuore.

gesu-15 Dalla legge al cuorePapa Francesco commenta: Egli incoraggia a passare da un’osservanza formale della Legge a un’osservanza sostanziale, accogliendo la Legge nel cuore, che è il centro delle intenzioni, delle decisioni, delle parole e dei gesti di ciascuno di noi. Dal cuore partono le azioni buone e quelle cattive. Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che, quando non si ama il prossimo, si uccide in qualche misura sé stessi e gli altri, perché l’odio, la rivalità e la divisione uccidono la carità fraterna che è alla base dei rapporti interpersonali… Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che i desideri vanno guidati, perché non tutto ciò che si desidera si può avere, e non è bene cedere ai sentimenti egoistici e possessivi. Quando si accoglie la Legge di Dio nel cuore si capisce che bisogna abbandonare uno stile di vita fatto di promesse non mantenute, come anche passare dal divieto di giurare il falso alla decisione di non giurare affatto, assumendo l’atteggiamento di piena sincerità con tutti”. (Angelus, 16 febbraio 2020)

Ci domandiamo:

  • a che serve arroccarsi alla mera norma, se poi si è doppi nella vita?
  • a che serve essere esteriormente perfetti, se interiormente si è divisi?

Auguro a me e a tutti voi, cari amici, di sperimentare ogni giorno la bellezza della grazia di “essere posseduti” dall’Amore vero, e di “usarlo” come unico criterio della nostra vita.

Una buona e santa domenica a tutti!