Commento di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione.
Cuore Immacolato della Vergine Maria
Lettura: Is 61,10-11; Salmo 1Sam 2,1.4-8; Vangelo Lc 2,41-51
Riflessione biblica
“Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. Queste parole ci fanno riflettere sul cuore immacolato di Maria: un cuore che cerca, che custodisce, che medita. Un cuore che cerca: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo” (Lc 2,48). Anche per Maria, non è stato facile seguire Gesù nel suo progetto di obbedienza al Padre. Poco dopo la sua nascita, Maria presentò Gesù al tempio, per offrirlo a Dio secondo i precetti della Legge; ed ora a 12 anni, lo riporta al tempio per la Pasqua e la cerimonia del “Bar-Mitzwah”, perché Gesù divenisse cosciente del dono della Legge e della sapienza racchiusa in essa. Ella, insieme a Giuseppe, compì questi gesti con fede e amore, ma il senso profondo glielo insegnò Gesù: in ogni momento della nostra vita dobbiamo essere in sintonia con il progetto che Dio ha su di noi: “essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,4); ogni occasione è buona per essere in comunione con lui e compiere “la sua volontà: la nostra santificazione” (1Tes 4,3). Un cuore che custodisce: “Maria, sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51). Custodire Gesù: è serbare nel nostro cuore le parole di Gesù, che “sono spirito e vita” (Gv 6,63); vigilare nel metterle in pratica, per “non lasciare andare a vuoto una sola delle sue parole” (1Sam 3,19) ed essere veri suoi discepoli, che “ascoltano le sue parole e le mettono in pratica, uomini e donne saggi, che edificano sulla roccia” (Mt 7,24), che è Cristo (1Cor 10,4). Un cuore che medita su Gesù e i suoi misteri di salvezza: “Maria, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Meditare: è un’esigenza del cuore che cerca costantemente il Signore, per divenire sapiente e innamorarsi di lui che ha parole di vita eterna: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68-69). La sua parola deve essere per noi cibo gustoso e meditarle conoscere “le insondabili ricchezze del mistero di Cristo, in cui sono racchiusi tutti i tesori della scienza e della sapienza” (Col 2,3).
Lettura esistenziale
In questo viaggio di ritorno, distratti da tante cose, rischiamo di dare per scontato che Gesù è con noi, ma quando ci accorgiamo che non è così, nasce l’inquietudine e fiorisce l’amore per lui che alimenta il nostro desiderio di ritrovarlo e cercarlo diventa necessario. E’ il desiderio di sentirlo presente, vivo in noi che ci mette in gioco, facendoci riconoscere pian piano quali cose ci distraggono , cosa ci rimanda ad un fare che finisce per svuotarsi di senso, cosa ci fa salire su nuovi palcoscenici dove ripetiamo sempre le stesse scene, alimentate da bisogni inconsapevoli ed egoistici. La verità di noi stessi è una grazia, dovremmo sempre ringraziare anche chi, con carità, ci mostra quello che tentiamo di negare, perché è scomodo e doloroso, infatti proprio dalla consapevolezza e dal riconoscimento nasce la libertà e la gioia di comprendere che non è il viaggio in sé importante, se lungo, breve, tormentato, imprevedibile, ma che consapevoli di noi stessi sappiamo che con lui in noi possiamo vivere da figli, sentire la sua presenza e durante tutto il viaggio, meditare su ciò che accade, riconoscerlo nelle piccole cose della nostra vita. Il nostro amore ce lo fa trovare e lui è esattamente al suo posto, lì dove realizza le opere del Padre suo, nel nostro cuore e possiamo vivere anche noi lo stupore mentre lo ascoltiamo , sentirci rapiti dai suoi insegnamenti. E’ proprio con i sentimenti di Maria e Giuseppe che possiamo trovare Gesù, quando attraversiamo l’angoscia, perché lui non è dove pensiamo, nulla è come desideriamo, perchè non ci avvisa e ci confonde con le sue parole. Come Maria ascoltiamo la sua Parola e pur senza comprenderla, impariamo a custodirla nel nostro cuore e facciamo crescere Gesù nella nostra vita.