“Tortorici non è mafiosa”, è il forte messaggio È il messaggio forte lanciato con l’iniziativa “In cammino per la legalità verso l’albero di Falcone”. Tortorici non ci sta ad essere ancora etichettata come capitale della mafia dei Nebrodi, ma vuole essere riconosciuta semplicemente come la “Valle dell’Ingegno”.
La presenza di tante autorità civili, militari e la presenza del Vescovo di Patti Mons. Guglielmo Giombanco. Presenti il Prefetto di Messina Cosima Di Stani, il colonnello Marco Carletti, Comandante provinciale dei Carabinieri con ufficiali e militari del territorio, il Procuratore Distrettuale della Repubblica di Messina Maurizio De Lucia.
“Il nostro intervento vuole mettere in evidenza il sostegno e la sinergia tra le istituzioni per infondere ed incrementare la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato”, ha detto il Prefetto Di Stani. I commissari straordinari Matilde Mulè, Giuseppe Sindona e Giulia Rosa, hanno quindi parlato della loro intensa e non semplice attività al comune oricense.
A quanto riferisce la Gazzetta del Sud era presente in platea il Questore di Messina Gabriella Ioppolo, il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Gerardo Mastrodomenico, numerosi sindaci del comprensorio, il movimento antiracket, il Parco dei Nebrodi.
Alla villa Falcone e Borsellino, dove si è arrivati in corteo è stato sviluppato il dibattito moderato da Nuccio Anselmo.
“La repressione dei fenomeni criminali è importante e deve essere seria, come dimostra il processo Nebrodi giunto alla fase conclusiva – ha sottolineato il procuratore De Lucia -. Serve però costruire la legalità in un territorio ricco e dalle potenzialità enormi ed il vero sforzo che lo Stato deve fare è di rilancio di queste terre per consentire alla popolazione di tornare a vivere nella legalità”. “Abbiamo sempre cercato di portare avanti le nostre iniziative qui e continueremo a farlo, ognuno di noi può fare qualcosa nel proprio piccolo abbandonando l’indifferenza per un futuro migliore ed un cambiamento nel più breve tempo possibile”, hanno detto i rappresentanti dell’associazione “Giovani Oricensi”.
“Se riuscissimo a valorizzare tutte le cose belle che abbiamo lasceremmo fuori il brutto mostrando la parte bella di questa terra”, ha detto Lidia Calà, presidente della Pro Loco del luogo.
A conclusione, accompagnati della banda di Tortorici diretta dai maestri Salvatore Anastasi e Romeo Tudorache, la messa a dimora di una “ficus macrophylla” dal reinnesto di un ramo dell’albero di Giovanni Falcone, con i Carabinieri Forestali di Reggio Calabria, guidati dal tenente colonnello Giuseppe Micalizzi, ed alcuni giovani del luogo.
L’evento è stato organizzato sotto l’egida della Prefettura, con il supporto dell’Arma dei Carabinieri ed il patrocinio della Società Editrice Sud.