• 22 Novembre 2024 6:16

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Coppie gay, sacerdozio femminile: il Papa risponde ai “dubia”

Papa Francesco ha risposto a 5 Dubia che gli avevano fatto pervenire nel luglio scorso cinque cardinali, di cui due con meno di 80 anni e quindi elettori. Dubia riguardanti alcuni temi che sono stati sollevati nel corso del percorso che ha portato alla celebrazione del Sinodo dei vescovi che si apre mercoledì 4 ottobre. In particolare la questione della benedizione delle coppie omosessuali, quella dell’ordinazione delle donne al sacerdozio e quella dell’assoluzione sacramentale data a tutti e sempre, senza condizioni. I porporati firmatari sono il tedesco Walter Brandmüller (94 anni) e lo statunitense Raymond Leo Burke (75) con l’appoggio, il messicano Juan Sandoval Íñiguez (90), il guineano Robert Sarah (78) e il cinese Joseph Zen Ze-kiun (91).

Le domande dei porporati, in italiano, e le risposte del Papa, in spagnolo, sono state pubblicate oggi nel primo pomeriggio sul sito del Dicastero per la Dottrina della Fede dopo che in mattinata il blog Settimo Cielo di Sandro Magister aveva messo in rete una nuova formulazione dei Dubia che i cardinali avevano sottoposto al Pontefice il 21 agosto perché insoddisfatti della prima risposta che avevano ricevuto a luglio.

VaticanNews ha pubblicato una traduzione in italiano. Nelle risposte offerte dal Papa a luglio si ricorda che «la Chiesa ha una concezione molto chiara del matrimonio: un’unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli». Tuttavia «nel rapporto con le persone, non si deve perdere la carità pastorale, che deve permeare tutte le nostre decisioni e atteggiamenti». Pertanto «la prudenza pastorale deve discernere adeguatamente se ci sono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano un concetto errato del matrimonio». Perché «quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio». D’altra parte «sebbene ci siano situazioni che dal punto di vista oggettivo non sono moralmente accettabili, la stessa carità pastorale ci impone di non trattare semplicemente come “peccatori” altre persone la cui colpa o responsabilità può essere attenuata da vari fattori che influenzano l’imputabilità soggettiva».

Papa Francesco poi ricorda che quando san Giovanni Paolo II «insegnò che bisogna affermare “in modo definitivo” l’impossibilità di conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne, in nessun modo stava denigrando le donne e conferendo un potere supremo agli uomini». D’altra parte, «per essere rigorosi, riconosciamo che non è stata ancora sviluppata esaustivamente una dottrina chiara e autorevole sulla natura esatta di una “dichiarazione definitiva”». Che, «non è una definizione dogmatica, eppure deve essere accettata da tutti». Così «nessuno può contraddirla pubblicamente e tuttavia può essere oggetto di studio, come nel caso della validità delle ordinazioni nella Comunione anglicana».

(fonte Avvenire)