Commento di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione
Martedì della XV settimana del Tempo Ordinario
Lettura Es 2,1-15; Sal 68; Mt 11,20-24
Riflessione biblica
“Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite” (Mt 11,20-24). Convertirsi: è la parola chiave di questo brano. Corazin, Betsaida e Cafarnao sono solo degli esempi da non seguire: in esse Gesù ha operato miracoli: la moltiplicazione dei pani (Mc 6,45), guarì il paralitico, l’emorroissa, la suocera di Pietro, risuscitò la figlia di Giairo e ha tenuto dei discorsi molto istruttivi sia sulla sua messianicità che sull’Eucaristia (Gv 6,24-60), ma l’incredulità ha impedito a Gesù di operare in profondità per la loro salvezza. Attraverso di esse, Gesù in stile profetico ci ammonisce: non seguiamo l’incredulità e l’indifferenza di quelle città, ma operiamo una vera conversione del cuore e della mente, togliamo di mezzo l’apatia e lasciamo operare in noi l’azione dello Spirito per essere istruiti nella verità di Gesù: “il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26), guidati nell’amore per mettere in pratica il comandamento di Gesù: “che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Ma soprattutto lo Spirito Santo ci conceda di avere una cuore sapiente, per sapere vedere nella parola di Dio la via che conduce alla conversione, l’adesione piena agli insegnamenti di Gesù, nostra via, verità e vita, e di essere sempre in comunione con lui e con i fratelli, per formare “un solo corpo e un’anima sola” (At 4,32) nell’unità della fede e nello spezzare il pane (At 2,42-44; 1Cor 10,17). Allora, saremo vigilanti e non temeremo il giudizio divino: “In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24). Anzi, credendo e convertendoci, raggiungeremo la perfezione dell’amore che ci trasforma giorno per giorno: “In questo l’amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore”
Lettura esistenziale
L’amore è l’unico giudizio che Dio ha su di noi, ce lo rivela dalla croce e per tutti noi, viverlo è salvezza, negarlo è distruzione, perché solo nell’amore viviamo veramente. Abbandoniamo il nostro concetto di giustizia , che non ripara il male, anzi lo moltiplica, perché nella condanna lo amplifica, lo punisce con altro male, lo rivendica con l’odio, spesso contro la persona, non contro il male in sè. Il male che si rivela nell’amore, lo vinciamo con un supplemento di bene, con un amore più grande di ogni male, con il perdono. Dio desidera che noi costruiamo qui ed ora una vita da figli di Dio, ognuno secondo le proprie capacità, la propria pienezza, per la nostra salvezza, perché altrimenti la nostra vita è bruciata ed è questa la vera punizione, il vero inferno. Gesù ci richiama alla responsabilità, ci purifica, ci indica ciò che il Padre desidera da ognuno di noi, le stupende potenzialità che ci dona, per costruire la nostra vita nel suo amore, rispondendo alla nostra verità di figli, crescendo, partecipando alla sua gioia, aprendoci al mistero della salvezza dalla perdizione.
Impariamo ad ascoltare l’inquietudine che il male provoca, perché l’immagine di precipitare nell’inferno ci faccia comprendere quale via desideriamo seguire e risvegli in noi la responsabilità di attingere a tutto il bene che il Signore ha posto in noi, per rinascere sempre nell’amore, rifiorire nella gioia , essere innalzati al cielo con lui.