Commento di Fra Marcello Buscemi e di suor Cristiana Scandura
Santa Brigida
Letture: Gal 2,19-20; Sal 33; Gv 15,1-8
Riflessione biblica
“Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15,1-8). Con Gesù, S. Brigida diede molto frutto e illustrò la Chiesa sia con la sua vita matrimoniale che religiosa. Sposa a 14 anni, amò il suo sposo e con lui ebbe 8 figli, che educò in maniera esemplare: una delle sue figlie, Caterina, è anche essa santa. La sua famiglia fu una vera “chiesa domestica”. Sebbene nobile e ricca, insieme al marito, abbracciò la Regola del Terz’Ordine francescano secolare, e per questo si dedicò con amore alla cura dei poveri e degli ammalati, fino a costruire per essi un ospedale. Innamorata di Cristo crocifisso, comprese, come Francesco d’Assisi, che “l’amore non è amato”, così la sua vita fu tutta orientata ad amare Cristo crocifisso. L’amò meditando la Parola di Dio, in particolare i Vangeli della passione di Gesù: come Maria, li custodì nel suo cuore, li rivisse nella sua vita quotidiana, partecipò misticamente ai dolori del suo Signore crocifisso: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo” (Gal 6,14). Non contenta di ciò, affrontando grandi difficoltà, volle conoscere la Terra di Gesù, cercando le orme d’amore del suo Signore. L’amò partecipando con intensa fede all’Eucaristia, mistero di amore di Gesù, che ci partecipa la sua vita e dimora sempre in noi: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Gv 6,54-56). L’amò nella Chiesa e per la Chiesa: stimolò alla santità papi, vescovi e sacerdoti, istituì una congregazione religiosa e indicò a tutti che solo la preghiera e la vita austera è la via di comunione con Cristo crocifisso: “Mi lascio crocifiggere con Cristo; non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20).
Lettura esistenziale
“Rimanete in me ed io in voi” (Gv 15,4). Pregare è un bisogno del cuore. Un bisogno che l’uomo di tutti i tempi ha avvertito, ma che oggi può essere messo a tacere dalla fretta, dallo stress, da tutto ciò a cui diamo il potere di lasciarci assorbire eccessivamente.
È di importanza vitale che l’uomo impari a fermarsi, di tanto in tanto, (magari all’alba e a conclusione di ogni giorno) per riflettere e rientrare in se stesso, per orientare la propria vita verso il Bene e verso ciò che è veramente importante.
La preghiera non è un soliloquio, è invece incontro e dialogo con Colui che ci ama.
Come pregare?
Perché la nostra preghiera sia autentica è indispensabile che siamo veri, che non ci nascondiamo dinanzi a Dio, ma, come suoi figli, gli palesiamo con semplicità il nostro stato d’animo.
Che cosa chiedere nella preghiera?
Ciò di cui abbiamo bisogno: lo Spirito Santo, che ci insegni ad amare, ci aiuti a perdonare, a non giudicare, ci dia la luce necessaria per il nostro cammino quotidiano.
Quando pregare?
Il Signore Gesù ci esorta a pregare sempre. Dobbiamo prendere la santa abitudine di elevare frequentemente il nostro pensiero e il nostro cuore a Dio anche durante le occupazioni quotidiane, attraverso delle brevi preghiere o giaculatorie. Piano piano tutta la nostra vita diventerà preghiera, tutte le nostre azioni più comuni ed ordinarie, saranno impregnate di preghiera e acquisteranno un valore nuovo.