L’offerta per la celebrazione dei Sacramenti “non può essere espletata nella forma di una tassa e con indicazioni specificamente tariffarie“, ma sovvenire alle necessità della Chiesa, che è “casa nostra“, non può non interessare “la comunità cristiana nelle forme più variegate“, chiamata alla corresponsabilità.
È quanto si afferma nel documento relativo proprio a questo aspetto della vita di fede approvato dai Vescovi di Sicilia nell’ultima sessione straordinaria di lavoro (Enna, 30 giugno 2021) della Conferenza episcopale siciliana.
Nel documento si insiste sulla sensibilizzazione della comunità cristiana circa l’educazione alla gratuità e al coinvolgimento dei fedeli alla partecipazione economica alle attività parrocchiali e/o diocesane.
La scelta dell’offerta libera, infatti, “è una sfida profetica di interesse ecclesiale“, ma richiede gradualità. “Non è infatti possibile pensare a un cambiamento immediato, perché i processi di conversione hanno sempre bisogno d’ascolto e confronto“.
Il documento, che porta il titolo “Offerte per la celebrazione dei Sacramenti e per i servizi di Curia“, parla esplicitamente della celebrazione dei matrimoni in cui sono presenti anche “figure a latere“, quali musici, cori, fioristi, “che ricevono contributi direttamente dalla famiglia, lasciando nella gente il sospetto che il parroco possa ricevere una percentuale. È necessario pertanto – scrivono i presuli – che si distinguano chiaramente i ruoli, facendo capire che per la celebrazione della messa vale l’offerta libera, mentre per quanto concerne il decoro della chiesa si stabiliscano criteri per educarsi al senso di trasparenza. È opportuno inoltre che si distingua – continua il documento – tra celebrazione della messa e prestazioni di culto. Se per l’una vale l’offerta libera, per l’altra (illuminazione, pulizia, addobbo, sanificazione, sacrista) occorre che si determini il contributo. Ciò serve a sostenere le spese delle chiese, sia quelle più grandi che esigono maggiore cura sia quelle più povere il cui sostentamento dipende spesso dalle offerte dei fedeli“.
Per quanto concernei servizi di Curia “l’offerta libera sostiene una prassi di contribuzione necessaria e consente di maturare, sia nel clero che nei fedeli laici, uno stile più sobrio nella gestione del denaro“. Nel documento non solo indicazioni generali, ma anche “proposte per la conversione” rivolte tanto ai fedeli quanto al clero. Un altro processo di conversione, “quello più sintomatico” è, per i vescovi delle diciotto diocesi dell’Isola, “l’utilizzo del denaro, finalizzato al sostegno dei poveri e alla manutenzione della chiesa. Tale orientamento, che richiede fiducia nella provvidenza di Dio, supporta la certezza che, nella misura in cui si gestisce denaro con sincerità, dimostrando trasparenza ed equità nella rendicontazione finale, il risultato sarà redditizio“.