Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì della III settimana di Quaresima
Letture: Ger 7,23-28; Sal 94; Lc 11,14-23
Riflessione biblica
“Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio” (Lc 11,14-23). È certezza di fede, fondata sulla parola di Gesù: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Tale certezza di fede, spesso, si trasforma in illusione: quella di sentirci tanto sicuri di noi stessi al punto di dare occasione al diavolo. Il nostro “io” si mette in mostra, opera secondo i criteri di questo mondo e si espone agli attacchi del demonio. Viene meno quella prudenza vigilante, necessaria per contrastare con efficacia lo strapotere di Satana: “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare” (1Pt 5,8). L’insegnamento è chiaro: bisogna accogliere Gesù, essere in comunione con Gesù, vigilare insieme a Gesù. Accogliere Gesù: “Chi rimane in lui non pecca; chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo” (1Gv 3,6.). Essere in comunione con Gesù, specialmente nella preghiera: “In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi” (Ef 6,18); nella parola di Gesù, che sostiene la nostra fede: “Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio” (Ef 6,16-17). Vigilare con Gesù: per custodire la nostra comunione con Gesù, bisogna vigilare con lui: “Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mt 26,38.41). Ma per lottare bene bisogna operare con umiltà: accettiamo la nostra fragilità, “allora il Dio di ogni grazia, che ci ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso ci ristabilirà, e ci renderà forti e saldi” (1Pt 5,10); agiamo con pazienza: “Con la vostra pazienza perseverante salverete le vostre anime.” (Lc 21,19).
Lettura esistenziale
“Quando un uomo forte, ben armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro” (Lc 11, 21). Il Vangelo odierno ci esorta a vigilare nella preghiera poiché il demonio agisce sempre con astuzia. Egli non è mai scacciato via per sempre, soltanto l’ultimo giorno lo sarà. Ecco perché è necessario vigilare. La sua strategia consiste nel lasciarci tranquilli per un po’, in modo che noi abbassiamo la guardia, sentendoci sicuri, ma poi, quando meno ce lo aspettiamo, ritorna con altri sette spiriti peggiori di lui per cercare di occupare la nostra casa (cfr Lc 11, 26).
Se non vigliamo sul nostro cuore, sui nostri sentimenti e pensieri, possiamo farci rubare la vita, cioè, alla fine della nostra vita, possiamo ritrovarci a mani vuote.
Ci sono emozioni e pensieri che non dipendono dalla nostra volontà, semplicemente si affacciano dentro di noi anche senza domandare permesso. È il grande tema del “sentire” e dell’“acconsentire”. Nessuno di noi può imporsi il divieto di sentire alcune emozioni. Ma dobbiamo chiederci lealmente se stiamo acconsentendo o meno a ciò che si è affaccia nei nostri pensieri e nelle nostre emozioni. La vigilanza interiore ci salva, la prima grande battaglia contro il peccato si svolge dentro di noi.
Se invece siamo vigilanti nel vivere una vita piena, allora l’ultimo giorno non ci sorprenderà, semplicemente succederà, non come distruzione, ma come compimento e anche come inizio di una vita nuova. La vigilanza a cui ci richiama il Vangelo non consiste nel vivere sulla difensiva come se dovesse accaderci sempre qualcosa di male. Al contrario la vigilanza è: non perdere un solo frammento di vita perché ognuno è unico, prezioso e irripetibile.
Il cristiano sa che, quando chiuderà gli occhi su questa terra, li riaprirà in Cielo. Questa certezza dà valore e senso a tutto ciò che vive.
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