• 22 Novembre 2024 13:43

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della II settimana di Pasqua

Letture: At 5,27-33; Sal 33; Gv 3,31-36

Riflessione biblica

“Colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura” (Gv 3,31-36). Continua il “dialogo notturno” tra Gesù e Nicodemo. Breve è l’affermazione, ma pregnante di senso; contiene tre verità essenziali su Gesù: egli viene dall’alto, proferisce parole di vita eterna, dona senza misura lo Spirito. Gesù viene dall’alto: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste” (Gv 1,1-2). Egli non proviene dalla terra, ma ha assunto “la condizione umana” (Fil 2,7): “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14). La sua missione è quella di portare a compimento il progetto di Dio: “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,38-39). Per attuare tale progetto, Gesù proferisce “le parole di Dio, parole di vita eterna”: nel suo parlare rivela l’amore del Padre per gli uomini (Gv 3,16), la verità che ci fa liberi (Gv 8,32), la giustizia che ci rende santi (Gv 3,7), la vita di comunione con il Padre: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24). Anzi, “le sue parole sono spirito e vita” (Gv 6,63), perché ci comunicano senza misura il suo Spirito: “Lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa” (14,26); egli guida la nostra vita spirituale: “Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future” (Gv 16,13); egli ci fa operare nell’amore: “Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito” (1Gv 4,12-13).

Lettura esistenziale

“Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna. Ma chi non ascolta il Figlio non vedrà la vita” (Gv 3, 35s). Chi crede in Gesù ha la vita eterna, afferma il Vangelo odierno. La fede è il luogo dove Dio e l’uomo si incontrano. Credere, fondarsi sul vangelo, seguirlo, è la ricetta per dare infinito gusto alla vita, perché permette di riconoscere e gustare la vita nascosta in ogni cosa: a casa, a scuola, nel lavoro, nella fatica, nelle relazioni, nel creato. Se alla vita manca questo gusto, essa diventa davvero priva di senso. Oltre al gusto di vivere, esiste il “gusto di credere”. Ma in che cosa credo quando affermo “io credo”? L’oggetto della fede cristiana non è una dottrina, una morale, una ascesi, o il fatto di credere che Qualcosa c’è, ma è molto di più: oggetto della fede è l’amore di Dio, un Dio che ama per primo, ama senza condizioni, ama in perdita, fino all’estremo. L’amore è il pane di cui vive l’uomo. Sulla terra come in cielo. Chi non crede nell’amore, chi non lo ascolta o lo svende, ha già la morte nel cuore. Chi invece crede nell’amore vive cose che meritano di non morire, ha in sé la vita dell’Eterno, una vita di una qualità indistruttibile, capace di attraversare la morte e di rifiorire dovunque, per sempre. Nel pensiero dominante oggi la “vita eterna” sembra interessare poco, anche ai cristiani. Forse perché la immaginiamo come durata interminabile, come una ripetizione in fondo noiosa. Ma l’eternità non è durata, è invece gusto di vivere, intensità, creatività dell’amore. Il Dio in cui io credo è il Gesù delle nozze di Cana, che si prende cura, con il vino migliore, della gioia degli uomini; è il Dio che ama il profumo di Betania, il Dio che ama la festa. È questa la vita dell’Eterno.