• 22 Novembre 2024 11:43

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Giuseppe Di Fatta
III Domenica di Avvento
Letture: Sof 3,14-18; Is 12; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18
Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!
Ascoltiamo il Vangelo secondo Luca in questa 3° domenica di Avvento.
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». battista-300x251 Che cosa dobbiamo fare?Zaccaria, il padre di Giovanni, apparteneva alla tribù di Aronne e quindi era sacerdote nel popolo di Israele. Per legge anche il Battista era sacerdote. Ma anziché seguire la strada istituzionale, egli decise di intraprendere un percorso personale con scelte di vita molto radicali: ritirarsi nel deserto in preghiera e penitenza, attendere e preparare la venuta del Messia, predicare la conversione dei cuori attraverso la parola e il battesimo, un gesto particolare che non apparteneva al culto ufficiale del popolo. Uno stile di vita e una predicazione che evidentemente scuoteva gli animi degli ascoltatori, che così erano provocati ad interrogarsi:
CHE COSA DOBBIAMO FARE? Categorie diverse di persone pongono la stessa domanda. E Giovanni per ciascuno ha una risposta diversa, adatta alla loro situazione. Alle folle suggerisce la carità verso i bisognosi, condividendo i propri beni. Ai pubblicani, che nel fare gli esattori delle tasse facevano pagare più del dovuto e quindi erano considerati dei ladri, chiede l’esercizio onesto del proprio lavoro. Ai soldati, che nella loro autorità militare potevano commettere abusi, chiede la giustizia e l’accontentarsi del loro stipendio.
san_giovanni_battista-300x141 Che cosa dobbiamo fare?Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Oltre alle domande esistenziali, il popolo si chiede se Giovanni non fosse proprio quel Messia che attendevano. Il malinteso era possibile e il Battista non se ne approfitta, cercando una facile gloria che non gli apparteneva. Anzi sottolinea la grande differenza tra lui e il Messia.
Una superiorità di persona: non sono degno nemmeno di slegare i lacci dei sandali; una
superiorità di battesimo: io lo faccio con semplice acqua, lui lo farà in Spirito Santo e fuoco; una superiorità di missione: Egli è più forte di me. Altrove dirà le stesse cose con altre parole: Lui deve crescere, io diminuire! (Gv 3,30) Ci avviciniamo con gioia al S. Natale. La Parola del Vangelo di oggi ci esorta a prepararci alla celebrazione della Nascita del Salvatore non facendo dell’egoismo il criterio del proprio agire, ma vivendo nella carità, nella giustizia e nella sobrietà. In questo senso la domanda continuiamo a farcela anche noi:
CHE COSA DOBBIAMO FARE? È forte Gesù… e nel cammino non ci lascia mai soli! Lo ringraziamo per averci dato in dono il fuoco dello Spirito Santo che ci ha resi figli di Dio. Una santa e serena domenica a tutti voi. Con la sua benedizione.