• 22 Novembre 2024 4:49

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Feria propria del 4 Gennaio

Letture: 1Gv 3,7-10; Sal 97; Gv 1,35-42

Riflessione biblica

“Gesù si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Maestro, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete»” (Gv 1,35-42). Un «botta e risposta» molto interessante, che mette in risalto l’efficacia della testimonianza di Giovanni Battista su Gesù: “Ecco l’Agnello di Dio”. Tale affermazione trova un riscontro molto forte nel “Carme del Servo di Iahwé”: “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca” (Is 53,7).gesu-3-300x225 Che cosa cercate? Di più: Gesù è “l’Agnello che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29): “Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato” (Is 53,4). Gesù è il Servo di Dio, che, come agnello pasquale di liberazione, si è fatto docile al volere di Dio che voleva tutti gli uomini salvi: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio” (1Cor 5,21). Affermazione forte, che colpì due dei discepoli di Giovanni Battista, e seguirono Gesù. “Che cosa cercate”: i discepoli non hanno risposto alla domanda di Gesù, hanno solo replicato con un’altra domanda che implicava una conoscenza più profonda e intima: “Maestro dove dimori?”. Le dimore di Gesù sono tante. Dimora nella parola: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). La sua parola ci ricolma di gioia e ci fa esultare nel Signore: “La parola di Cristo dimori tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori” (Col 3,16). Dimora nell’Eucaristia che ci dà forza di affrontare le difficoltà della vita: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me” (Gv 6,56-57). Ma in maniera particolare, abita nel fratello o sorella che ha bisogno di aiuto concreto e quotidiano: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). È un’esperienza da fare e troveremo ristoro per la nostra vita: “Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia” (Sal 34,9).

Lettura esistenziale

san-giovanni-battista-300x207 Che cosa cercate?“In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli; e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’Agnello di Dio!»” (Gv 1, 35s). Com’è bella la testimonianza di Giovanni Battista di cui ci parla il Vangelo di oggi. Magari il nostro parlare potesse provocare la medesima risposta che hanno avuto i discepoli di Giovanni: “E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”. Gli occhi e la parola del Battista sono talmente appassionati, pieni di Gesù da muovere alcuni suoi discepoli a seguire Cristo. Quando il nostro parlare di Cristo scaturisce dall’esperienza\conoscenza che abbiamo di Lui, allora le nostre parole si aprono un varco nel cuore di chi ci ascolta. Tutti noi abbiamo un intuito particolare per capire se chi ci parla di Cristo, crede in quello che dice, oppure dice soltanto parole che, purtroppo, scivolano via senza nemmeno imprimersi nella nostra memoria. L’evangelizzazione è sempre e innanzitutto una questione di credibilità e verità che traspare da chi annuncia. Ricordiamo l’esempio di Pietro, raccontato negli Atti degli Apostoli. Alle sue parole, peraltro molto semplici (Pietro non aveva fatto studi di teologia) cinquemila persone si convertirono, chiedendo di essere battezzati. Lo stesso dicasi di S. Francesco d’Assisi, e di molti altri come lui, egli voleva che i suoi Frati predicassero con brevità di parola, avvalorando con la testimonianza della vita, ciò che dicevano e molti erano quelli che rimanevano colpiti dalle loro parole e soprattutto dalla loro vita.

Qual è la risonanza che producono le nostre parole in chi ci ascolta?