Venerdì 8 novembre alle ore 19.00, nella Parrocchia di San Martino Vescovo a Carruba, retta dal parroco don Sebastiano Leotta, si terrà un momento diocesano di preghiera in preparazione all’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, presieduto da don Orazio Tornabene, direttore Caritas.
La giornata, che si celebra quest’anno domenica 17 novembre, ha come tema “La preghiera del povero sale fino a Dio”. Questa espressione, tratta dalla sapienza biblica, è particolarmente appropriata in questo anno di grazia dedicato alla preghiera che ci predispone al Giubileo Ordinario del 2025.
Papa Francesco ricorda che questa Giornata è “un’opportunità pastorale da non sottovalutare”, poiché invita ogni credente ad ascoltare la preghiera dei poveri, prendendo coscienza della loro presenza e dei loro bisogni. È l’occasione per realizzare iniziative concrete a loro sostegno e per riconoscere l’impegno di tanti volontari che si dedicano ai più bisognosi.
Il Papa nel suo Messaggio per la Giornata dei Poveri afferma: “La speranzacristiana include che la nostra preghiera giunga fino a Dio: ma non ogni preghiera, bensì quella del povero!”
“È importante – dichiara don Orazio Tornabene, direttore Caritas diocesana – riflettere sul significato delle parole scelte da Papa Francesco che ci aiutano a comprendere chi sono i poveri e a riconoscere le diverse forme di povertà che spesso restano invisibili ai nostri occhi”.
La missione evangelizzatrice, oggi, passa anche attraverso il riconoscimento delle “povertà” presenti nelle comunità parrocchiali: “Quanti vivono veramente l’esperienza di una comune chiamata? Quanto ci sentiamo fratelli e sorelle, membri di una stessa comunità? – continua don Orazio – “Riconosciamo la nostra povertà spirituale davanti a Dio così da essere in grado di elevare preghiere autentiche, vissute nel profondo dell’anima”.
Il Papa, infatti, ribadisce che “la preghiera trova nella carità, che si fa incontro e vicinanza, la verifica della propria autenticità. Se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; infatti «la fede senza le opere è morta» (Gc 2,26). Tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce”.